Infortuni sul lavoro: l'impatto dei turni notturni e delle lunghe ore di lavoro
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L'analisi approfondita sull'andamento degli infortuni aziendali rivela una complessa intersezione di fattori che vanno oltre la mera coincidenza temporale. Esaminando tassi di incidenza, frequenza e gravità, insieme alla tipologia e all'orario di lavoro, emergono considerazioni cruciali riguardanti il ruolo potenziale del lavoro notturno nel determinare gli incidenti sul posto di lavoro.
Studi precedenti hanno portato a risultati contrastanti: alcuni segnalano una maggiore frequenza di infortuni durante i turni notturni, altri durante quelli diurni, mentre alcuni indicano una minore quantità di incidenti, ma con una gravità maggiore, nei turni notturni. In particolare, l'analisi dei rischi associati ai vari turni ha rivelato un aumento significativo del rischio durante i turni pomeridiani e notturni rispetto a quelli mattutini. Inoltre, è stato evidenziato come il numero consecutivo di notti lavorate influenzi il rischio, con un incremento progressivo degli incidenti nelle notti successive.
La durata del turno lavorativo è un altro fattore critico, con un aumento esponenziale degli incidenti dopo l'ottava ora di lavoro. Studi condotti in diverse nazioni hanno dimostrato che i turni più lunghi comportano un rischio significativamente maggiore di incidenti, con il doppio del rischio associato ai turni di 12 ore rispetto a quelli di 8 ore.
Tuttavia, non si tratta solo della durata del turno, ma anche di altri fattori compensativi che possono mitigare il rischio, come un carico di lavoro adeguato, pause regolari e la possibilità di riposare durante i turni notturni.
Il settore della sanità è particolarmente sensibile a questo problema, con la sonnolenza, la stanchezza e i vuoti di attenzione che rappresentano rischi significativi.
In Italia, le statistiche dell'Istat evidenziano un aumento degli infortuni durante i turni notturni nel corso degli anni, con una significativa percentuale di casi concentrati nelle prime ore del mattino. Le donne rappresentano una quota significativa degli infortuni, con un aumento dell'8,6% rispetto all'anno precedente.
Per quanto riguarda l'età e le professioni più colpite, si osserva un'alta incidenza di infortuni tra i lavoratori di età compresa tra i 35 e i 49 anni e tra le professioni degli autisti, degli operatori sanitari e degli addetti alla vigilanza notturna.
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