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Stipendi al palo in Italia. Secondo Ocse si guadagna meno che negli anni ’90. Ecco quanto

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 10/05/2024 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

In Europa, nonostante segnali di ripresa, la situazione salariale rimane complessa. Il rapporto più recente dell'OCSE indica che, nonostante un incremento medio degli stipendi dell'1,4% in 25 delle 35 nazioni analizzate nel terzo trimestre del 2023, 20 di queste non hanno ancora raggiunto i livelli salariali pre-pandemici del quarto trimestre del 2019. La pandemia ha causato uno stop forzato dell'economia, seguito da un'escalation inflazionistica aggravata dalla crisi energetica che ha colpito l'Europa dal 2021.

 

Focus sull'Italia: perdita di potere d'acquisto

Il contesto italiano si presenta ancor più sfidante. Tra il 2019 e il 2022, il salario medio annuo di ogni lavoratore italiano è diminuito di circa 1.000 euro, posizionando l'Italia tra i paesi con la più bassa crescita salariale in Europa. Solo in 8 stati dell'UE, l'aumento degli stipendi ha compensato la perdita di potere d'acquisto dovuta all'inflazione, un traguardo dal quale l'Italia rimane esclusa.

 

Dettagli del Rapporto OCSE su Salari e Inflazione

Nonostante una crescita media del 9% dei salari minimi dal 2019, i lavoratori a basso reddito in 19 stati hanno sperimentato incrementi maggiori rispetto a quelli a reddito medio-alto. Anche se l'occupazione è aumentata, superando i livelli pre-lockdown, l'incremento dei salari non ha tenuto il passo con l'inflazione, risultando in un riallineamento incompleto con i livelli salariali pre-pandemia.

 

Dati specifici per l'Italia

Dal 2019 al 2022, l'Italia ha registrato una diminuzione complessiva del -3,4% nei salari. Nel 2022, lo stipendio medio si attestava a circa 42.000 euro, in calo rispetto ai 43.000 euro del 2019. Nel confronto internazionale, mentre i lavoratori in Lussemburgo guadagnavano quasi il triplo rispetto a quelli in Grecia, l'Italia occupava l'undicesimo posto nella classifica degli stipendi medi annuali nell'UE, evidenziando una crescente disparità salariale.

 

Salario Reale: un passo indietro dal 1990

Il declino del salario reale in Italia è drammatico, segnando un regresso rispetto al 1990, secondo i dati Eurostat. In trent'anni, il salario reale italiano è calato del 2,9% rispetto al 2020. Il 2022 ha visto un ulteriore calo del 7,3% rispetto all'anno precedente, a causa dell'aumento dei prezzi, principalmente nel settore energetico, che ha ridotto significativamente il potere d'acquisto.

 

Il contesto internazionale

Nel confronto con altre grandi economie, l'Italia si posiziona come il paese con la maggiore riduzione del salario reale. In Germania e nella Repubblica Ceca, i salari reali sono cresciuti rispettivamente del 2,7% e del 4,4%. In Francia, il valore nominale dei salari è aumentato del 5%. In Italia, nonostante un modesto incremento dell'1%, il calo del salario reale persiste.