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Aggressione a un Infermiere nel Reparto di Psichiatria del Perrino: ricoverato in prognosi riservata

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/06/2025

AttualitàCronache sanitarie

 

BRINDISI – Ancora violenza contro gli operatori sanitari. Un infermiere è stato aggredito questa mattina all’interno del reparto di Psichiatria dell’ospedale “Perrino” di Brindisi. L’aggressione, secondo quanto riferito dalla presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche (Opi) di Brindisi, Paola De Biasi, è avvenuta per mano di un paziente ricoverato, che ha colpito il professionista con un pugno al volto.

Le condizioni dell’infermiere sono serie: attualmente è ricoverato in prognosi riservata e sono in corso accertamenti clinici. La dinamica dell’episodio è ancora in fase di ricostruzione, ma quanto accaduto riaccende i riflettori sulla sicurezza nei reparti psichiatrici.

L’Opi di Brindisi ha espresso “profonda solidarietà al collega aggredito” e ha annunciato la decisione di costituirsi parte civile nel procedimento legale, “per lanciare un segnale chiaro contro ogni forma di violenza ai danni del personale sanitario”.

“La sicurezza degli infermieri deve essere una priorità assoluta – ha dichiarato De Biasi –. È inaccettabile che chi si prende cura degli altri debba mettere a rischio la propria incolumità. Siamo al fianco del collega e di tutti gli operatori sanitari che, ogni giorno, lavorano con competenza e dedizione”.

Non si tratta, però, di un caso isolato. L’Opi denuncia “gravi carenze strutturali e organizzative” nel reparto di Psichiatria del Perrino, che metterebbero a rischio la sicurezza non solo degli infermieri ma anche degli stessi pazienti. Da qui l’appello alla direzione dell’Asl per l’istituzione urgente di un tavolo tecnico con rappresentanze sindacali, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (Rspp) e l’Ordine professionale.

“La situazione è insostenibile – conclude l’Opi –. Servono interventi immediati, concreti e condivisi. Non possiamo permettere che il sistema continui a ignorare l’incolumità di chi lavora in prima linea”.