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Sanità al collasso? La proposta shock delle Regioni per rifondare il SSN

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 04/08/2025

Attualità

La necessità di una profonda revisione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è stata messa in luce dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il quale ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico con i rappresentanti di tutte le Regioni italiane. La proposta, avanzata durante una riunione della Conferenza delle Regioni, mira a superare un modello che, sebbene rivoluzionario all’epoca della sua nascita nel 1978, non è più in grado di rispondere efficacemente alle sfide sanitarie del presente e del futuro.

Il SSN è stato istituito con la legge 833 del 1978, un provvedimento storico che ha segnato il passaggio da un sistema di assicurazioni sociali, basato sulle Casse Mutue, a un servizio universalistico finanziato dalla fiscalità generale. Questo modello ha garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal reddito o dalla posizione sociale, l’accesso a cure mediche di base e specialistiche.

Tuttavia, come sottolineato da Fontana, lo scenario attuale è radicalmente cambiato. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche (come diabete, ipertensione e patologie cardiovascolari) e le nuove e più complesse sfide epidemiologiche e demografiche mettono a dura prova un sistema non progettato per gestirle su vasta scala. La Conferenza delle Regioni, secondo il presidente, rappresenta il forum ideale per elaborare una proposta di riforma condivisa, che non sia influenzata da logiche di contrapposizione politica ma sia finalizzata a rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini.

Per sostenere la sua tesi, Fontana ha richiamato l’esperienza della pandemia di COVID-19, durante la quale le Regioni hanno dimostrato una grande capacità di collaborazione. Ha ricordato che, in sole 24 ore, è stato possibile definire le linee guida per la riapertura delle attività, grazie al lavoro congiunto dei tecnici regionali.

Sebbene la riforma del SSN richiederà tempi più lunghi, l’urgenza di agire è evidente. L’obiettivo è quello di restituire fiducia ai cittadini e garantire un futuro sostenibile e solido al sistema sanitario.

Un altro aspetto cruciale evidenziato dal presidente della Lombardia riguarda il divario crescente tra domanda e offerta di servizi sanitari. Secondo i dati forniti, in Lombardia nel 2024 la domanda di prestazioni sanitarie è cresciuta del 36%, mentre l'offerta è aumentata solo del 2%, e ciò senza che vi fossero cause epidemiche a giustificare tale squilibrio. Questo fenomeno, che si osserva in molte parti d’Italia, segnala una necessità impellente di intervenire sull’appropriatezza delle cure, ossia garantire che ogni paziente riceva il trattamento giusto, nel momento giusto, per la patologia corretta, evitando sprechi e sovraccarichi inutili del sistema.

La strumentalizzazione politica della sanità è un altro fattore di rischio che, secondo Fontana, deve essere evitato per non accompagnare il sistema verso un lento declino. La sanità, ha concluso, dovrebbe essere un bene comune, al riparo da logiche ideologiche e di partito, per poter affrontare con serenità e efficacia le sfide future.