Sciopero ad Ancona, NurSind: 'Solidarietà all’anestesista'
L’articolo pubblicato dai quotidiani sullo sciopero dell’anestesista ad Ancona è un esempio lampante di una narrazione distorta e pericolosa. Di fronte a un caso umano indubbiamente delicato e doloroso, si è scelta la strada più facile: puntare il dito contro chi lavora in prima linea, senza analizzare il contesto e le vere responsabilità.
Titolo e taglio dell’articolo portano il lettore a una sola conclusione: il colpevole è l’anestesista che ha scioperato “per Gaza”, come se si trattasse di un gesto ideologico fine a sé stesso, fatto sulla pelle dei pazienti. Ma questo è un messaggio profondamente scorretto, che finisce per alimentare un clima già tossico nei confronti del personale sanitario. Soprattutto in un momento in cui la violenza negli ospedali è in preoccupante escalation.
La verità è un’altra: il diritto allo sciopero è garantito dalla legge, anche per i medici. Non è l’anestesista a dover essere messo alla gogna. La responsabilità semmai è dell’azienda sanitaria, che aveva il dovere di garantire i contingenti minimi per le urgenze, oncologiche comprese. Lo ha fatto? e questo è il vero problema.
Invece di aprire un dibattito serio sulla gestione delle risorse umane in sanità, su come si garantisce il diritto alla cura senza calpestare i diritti dei lavoratori, si è preferito costruire una narrazione emotiva e semplificata, mettendo i pazienti contro i medici. È una scorciatoia comunicativa che può fare danni gravissimi, perché contribuisce a erodere il rapporto di fiducia tra cittadino e sistema sanitario.
Chi lavora in corsia, in sala operatoria, in pronto soccorso, oggi lo fa spesso in condizioni di pressione, di stress, con organici ridotti all’osso. Farli passare per cinici ideologizzati, quando l’unico “torto” è aver esercitato un diritto riconosciuto dalla Costituzione, è inaccettabile.
La sanità pubblica sta cedendo sotto il peso delle scelte sbagliate, dei tagli, della cattiva programmazione. Ma i colpevoli non sono i medici. Sono quelli che non hanno saputo – o voluto – proteggerla.
A sostegno dell’anestesista interviene anche Donato Mansueto, segretario regionale del NurSind Marche:
“Esprimiamo piena solidarietà al collega. Attaccare chi esercita un diritto costituzionale, senza chiedersi perché quel diritto sia stato esercitato, è ingiusto e miope. Il vero problema è un sistema al collasso, che scarica le sue inefficienze su chi lavora nei reparti. Lo sciopero non è mai un gesto leggero, men che meno per un medico. È il grido di un sistema che non regge più”, ha dichiarato.