Il paradosso delle lauree magistrali infermieristiche: più posti, meno iscritti, quale futuro?
Quello che segue è un riassunto dei dati diffusi dal Professor Angelo Mastrillo, docente universitario esperto in organizzazione delle professioni sanitarie presso l'Università di Bologna, Segretario della Conferenza Nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie (CLPS).
Dalla lettura dei dati ho tratto un’amara (come al solito) considerazione personale che lascio al vostro giudizio. Ritengo infatti che le testimonianze che seguono, sottolineano da una parte l’importanza della specializzazione come futuro per la professione infermieristica nonostante i dati preoccupanti sulle iscrizioni, dall’altra danno corpo al personale sospetto che ci sia una verità ormai scritta che nessuno vuole ammettere che mi fa domandare: la professione infermieristica come la conosciamo dal 1994 è destinata a morire sostituita da una moltitudine di professionisti dell’assistenza di base, avanzata e specializzata a più basso costo, diretti da pochi infermieri, specializzati appunto? E come diceva un tale che nella gobba aveva una scatola nera: “a pensar male spesso ci si azzecca”. Che questo poi sia un bene o un male per la professione ancora non l’ho deciso.
Negli ultimi mesi si è evidenziato un significativo calo delle iscrizioni ai corsi di laurea magistrale in professioni infermieristiche. I dati mostrano una diminuzione dell'11% delle domande rispetto all’anno precedente, nonostante un aumento dei posti disponibili (+5,5%). Questo fenomeno alimenta ulteriormente la riflessione profonda sulla futura attrattività e sulle prospettive di carriera della professione infermieristica nonostante l'aumento dei posti.
In totale, per l'anno accademico 2025/2026, ci sono infatti 4.213 posti a bando per i corsi magistrali delle professioni sanitarie, di cui 2.317 posti (55%) sono riservati ai corsi infermieristici e ostetrici. Tuttavia, le domande presentate sono scese da 13.983 a 12.447, pari a un calo del 11%. Questo peggiora il trend già osservato nel 2024 con un -9,6% rispetto al 2023, e contrasta con la crescita del 5,9% registrata tra il 2022 e il 2023.
Il calo interessa la maggior parte delle regioni italiane, con contrazioni significative in Lombardia (-14,2%), Veneto (-19,1%), Emilia-Romagna (-16%), Toscana (-16,4%) e Marche (-31,9%). Alcune regioni mostrano però segni di crescita come Friuli-Venezia Giulia (+16,1%), Umbria (+15,7%), Molise (+87,2%) e Sardegna (+47%).
Tra le cause strutturali di questo calo di appeal sono da considerare: mancanza di prospettive concrete di carriera, retribuzioni inadeguate rispetto alle responsabilità crescenti, carichi di lavoro eccessivi e difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare. Il quadro evidenzia come, nonostante esistano più opportunità formative, la percezione di un futuro poco gratificante spinga molti infermieri a non proseguire con il percorso magistrale.
Nonostante le difficoltà, la specializzazione rimane la chiave per il futuro: “puntare sulla specializzazione è la strada scelta da molti infermieri per dare valore al proprio percorso e aprirsi nuove prospettive” (FNOPI). La laurea magistrale non solo amplia le competenze ma può rappresentare una leva per migliorare le condizioni lavorative e la qualità dell’assistenza. Nonostante il ruolo crescente della formazione avanzata, il settore infermieristico è chiamato a invertire il trend. Si auspica una migliore comunicazione e tempistica nella pubblicazione dei bandi, così da favorire scelte più consapevoli. Solo affrontando le criticità strutturali sarà possibile attrarre più professionisti qualificati e garantire l’elevata qualità della cura nel sistema sanitario. Commenta Beatrice Mazzoleni, Segretaria Nazionale FNOPI: “la sofferenza che si sente nella categoria spesso è quella di poter dare di più ai cittadini e al sistema salute, ma di essere frenati da vincoli formali. Ora si parte tutti insieme. Cristina Rinaldi, Direttore Ufficio Professioni Sanitarie del Ministero della Salute, ha sottolineato: “abbiamo bisogno di infermieri specializzati... Con queste nuove lauree, specialistiche e abilitanti, acquisiranno competenze cliniche strategiche per il Servizio Sanitario Nazionale”.
Andrea Tirotto