Malattia e controlli: stop ai datori che chiedono ‘verifiche preventive’ al giudice
La Suprema Corte ricorda: il giudice non può essere usato per "verifiche preventive" sulla malattia. Il datore ha però strumenti autonomi, come la visita fiscale o il medico aziendale.
24 ottobre 2025– Se un dipendente è in malattia, il datore di lavoro non può rivolgersi al giudice per sapere se quella malattia era davvero così grave da giustificare l’assenza. A stabilirlo è la Corte di Cassazione, con una recente sentenza che conferma: non spetta al tribunale valutare la natura della malattia.
Il caso nasce da una causa avviata da un’azienda che, insospettita dalle numerose e contemporanee assenze per malattia di due lavoratori (una coppia), si è rivolta al giudice per ottenere una “verifica preventiva”: voleva sapere se le patologie fossero reali, gravi e tali da rendere legittime le assenze. Ma la Corte ha bocciato la richiesta.
Non spetta al giudice “autorizzare” i controlli
Secondo la Cassazione, il datore di lavoro non ha diritto a un controllo giudiziario sulle malattie dei dipendenti per decidere se e come intervenire disciplinarmente. Chiedere un parere al giudice prima di agire non è possibile, perché il processo serve a risolvere conflitti reali e attuali, non a sciogliere dubbi o fornire rassicurazioni.
In parole semplici: il giudice non può essere usato per capire in anticipo se un eventuale provvedimento disciplinare sarà legittimo o no.
Ma il datore può comunque attivarsi: ecco come
Attenzione, però: il datore non è affatto senza strumenti. La legge gli riconosce un potere autonomo di controllo, che può esercitare in diversi modi, senza dover chiedere l’autorizzazione del giudice. In particolare, può:
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Richiedere la visita fiscale, tramite l’INPS, per verificare l’effettiva malattia e il rispetto delle fasce orarie;
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Attivare il medico competente aziendale per una valutazione sull’idoneità fisica del lavoratore al rientro;
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Commissionare accertamenti investigativi per verificare se il comportamento del dipendente durante la malattia è compatibile con lo stato dichiarato;
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Avviare un procedimento disciplinare, nel rispetto delle regole previste dallo Statuto dei Lavoratori.
Quindi, se ci sono dubbi fondati sull’assenza per malattia, il datore può agire. Ma deve farlo senza passare per il tribunale, assumendosi la responsabilità delle sue decisioni.
Perché questa decisione è importante
Questa sentenza è un messaggio chiaro per entrambe le parti del rapporto di lavoro:
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Per i lavoratori, rappresenta una tutela: il giudice non può essere usato per “indagare” sulla malattia, se non in caso di una reale contestazione.
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Per i datori di lavoro, ricorda che esistono già strumenti legittimi e sufficienti per verificare e affrontare eventuali abusi, ma che la giurisdizione serve a risolvere conflitti, non a fornire pareri su scenari ipotetici.
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