SAFE-ICU: anche Udine e LUM nel progetto europeo per rendere più sicure le terapie intensive
L’iniziativa rientra tra le COST Actions finanziate dall’Unione Europea e si sviluppa nell’arco di quattro anni (2025-2029), per attività di rete, scambi formativi, workshop, pubblicazioni e sviluppo di strumenti di collaborazione internazionale. Il progetto SAFE-ICU è stato valutato positivamente da revisori internazionali indipendenti che ne hanno riconosciuto l’elevata qualità scientifica, il potenziale impatto sul miglioramento delle cure intensive e la solidità del network proposto.
Il network pan-europeo, coordinato dal Royal College of Surgeons in Irlanda, coinvolge ricercatori, professionisti sanitari e rappresentanti dei pazienti provenienti da 24 Paesi (Albania, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Macedonia del Nord, Norvegia, Polonia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Turchia, Regno Unito) e punta a sviluppare un approccio condiviso e standardizzato per la misurazione di tre indicatori di sicurezza nelle terapie intensive: le lesioni da pressione, le infezioni correlate all’assistenza e il delirium. Nonostante si tratti di eventi prevenibili, la loro incidenza rimane elevata a causa delle differenze tra i sistemi sanitari europei e delle discrepanze nelle modalità di monitoraggio e valutazione.
Il 23 ottobre 2025 si è svolto a Bruxelles il primo Management Committee Meeting durante il quale sono stati presentati i membri dei Paesi partecipanti e definiti i cinque gruppi di lavoro dedicati rispettivamente alla prevenzione delle lesioni da pressione, alle infezioni correlate all’assistenza, al delirium, alla formazione degli infermieri di terapia intensiva e alle strategie di policy, disseminazione e impatto. Nel primo anno di attività si prevede l’identificazione degli strumenti di misurazione affidabili, la mappatura delle pratiche cliniche esistenti e la pianificazione delle prime azioni formative e di disseminazione. Nei prossimi quattro anni, la rete SAFE-ICUlavorerà per creare strumenti comuni in grado di armonizzare la valutazione di questi esiti a livello internazionale, ridurre le disuguaglianze tra i sistemi sanitari e promuovere pratiche assistenziali basate su evidenze condivise. Un elemento distintivo dell’iniziativa è il coinvolgimento diretto dei pazienti e dei loro familiari nei processi di ricerca, affinché le loro esperienze e prospettive contribuiscano a orientare le strategie di miglioramento dell’assistenza.
La partecipazione dell’Università di Udine e della Libera Università Mediterranea rappresenta un’importante opportunità di collaborazione internazionale e crescita per il sistema sanitario europeo, con l’obiettivo di garantire cure sempre più sicure, e l’Università di Udine, con la professoressa Alvisa Palese, e la Libera Università Mediterranea, con il professor Alessandro Galazzi, sono membri del network di ricerca europeo “Patient SAFety Related Outcome Measures in European ICUs (SAFE ICU)”, selezionato nell’ambito del programma COST – efficaci e centrate sulla persona.
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