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Guerra tra poveri. La graduatoria per le progressioni economiche appena pubblicata alla Asl di Sassari sta scatenando un mare di proteste

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 09/01/2016

NurSind dal territorioSardegna

Guerra tra poveri

 

Non poteva cominciare nel peggiore dei modi il 2016 per gli infermieri della Asl Sassari ormai transitati in gran parte con le strutture dell'ospedale SS Annunziata di Sassari all'Azienda Ospedalierio Universitaria.

E' infatti di ieri la pubblicazione della delibera numero 1178 del 31/12/2015 relativa all'attribuzione delle progressioni economiche orizzontali (le fasce per intenderci), seguente al sofferto accordo del 16 ottobre 2015 raggiunto dopo una seduta di contrattazione durata 11 ore. E nell'essere riusciti a chiudere la procedura in così poco tempo e nei tempi contrattati, ci sarebbe da gioire se non fosse per l'analisi attenta degli allegati della delibera relativi in primis alla graduatoria degli aventi diritto, quindi nello scorrere la stessa constatando chi è rimasto fuori e soprattutto, approfondendo l'analisi delle valutazioni delle strutture rilasciata dall'Organismo di Valutazione Indipendente OIV, chiamato appunto alla verifica delle performance delle strutture da cui dipendevano 30/100 punti del giudizio di ogni singolo dipendente.

Ma andiamo con ordine.

C'è voluta una enorme manifestazione di piazza, un'assemblea, l'occupazione degli uffici della dirigenza e richieste pressanti, per giungere alla riunione del 16/10/2015 in cui si sono piano piano aperte le possibilità per discutere della questione prima e aprire la fase della contrattazione poi, per giungere ad un accordo dopo 11 ore di seduta praticamente ininterrotta. Non il miglior accordo ovviamente ma l'unico possibile in quel momento, sofferto in ogni sua parte con continui momenti di stallo che ne hanno più volte compromesso il raggiungimento. Le organizzazioni sindacali temevano gli effetti che avrebbe creato il sistema della valutazione lasciato in mano ai dirigenti come previsto dalla norma e hanno fatto tutto il possibile per limitarne la portata spuntando un 30/100 punti sulla valutazione individuale, lottando per un 40/100 punti di valutazione per l'anzianità di servizio e il rimanente 30/100 punti per il risultato di struttura o collettivo. Un percorso in antitesi su quanto sempre richiesto che dovrebbe premiare chi lavora e chi si fa beffe del lavoro altrui verrebbe da dire, se non fosse che in azienda nessun dipendente ha mai conosciuto in anticipo obbiettivi e parametri di valutazione, così che l'anzianità di servizio sembrava essere l'unica ancora di salvezza per cercare di rendere la selezione più equa possibile.

Nessuno aveva però fatto i conti con l'Organismo di Valutazione Indipendente; indipendente da chi ci sarebbe da chiedersi.

Dal lavoro di questo collegio di professionisti deriva infatti un 25% della quota di produttività dei dipendenti e nel caso delle fasce, i 30 punti di cui dicevamo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe stata questa, la quota che avrebbe stravolto qualsiasi aspettativa sugli aventi diritto. In delibera viene quindi pubblicato anche l'allegato n. 1) PERCENTUALE DELLE PERFORMANCE ATTRIBUITE ALLE STRUTTURE AZIENDALI VALIDATA DALL'O.I.V. (Leggi l'Allegato), scorrendo il quale si trova materiale che farebbe innervosire il più asceta dei monaci zen, figuriamoci un infermiere turnista che non trascorre un natale in famiglia da 10 anni e che ogni giorno spera di non trovare al rientro al mattino le 10 barelle lasciate in corridoio la sera prima; o anche solo chi svolge con onestà, dedizione e impegno il suo lavoro, indipendentemente dall'essere nel fronte più estremo di un pronto soccorso o di una medicina. Per capire da cosa nasce il nervosismo che è divampato nelle corsie un secondo dopo la pubblicazione della delibera, facciamo un esempio. Prendiamo un infermiere che lavora in medicina dello sport, struttura che raggiunge il 98,56% degli obbiettivi e un infermiere con la stessa anzianità di servizio e di permanenza nella medesima fascia e con il massimo della valutazione individuale che lavora al pronto soccorso, struttura che avrebbe raggiunto solo l'88,42% degli obbiettivi, bene, il primo prende la fascia e se la gode per tutta la vita, il secondo se gli va bene aspetta un giro come al gioco dell'oca. I colleghi della cardiochirurgia, grazie alla performance del 98,56% raggiunta dalla loro struttura, prendono la fascia come quelli della medicina dello sport. Possibile che abbiano lavorato più e meglio dei colleghi del pronto soccorso? Possibile che questi ultimi abbiano quasi remato contro? Quindi, se ti fai una mazzo così in un pronto soccorso come quello di Sassari che ha il triste primato di essere uno dei più affollati d'Italia, con tutto il rischio e le conseguenze che ne derivano o se invece svolgi il tuo onesto lavoro in un servizio territoriale, sul cui carico di lavoro ognuno è libero di fare le considerazioni che crede, rischi di essere cornuto e mazziato. E' evidente che qualcosa non torna e di questi esempi, scorrendo l'allegato, se ne possono fare decine. Senza contare poi i risultati delle strutture amministrative che ovviamente, sono tra i più alti di tutta l'azienda.

Tutta colpa dell'O.IV. Quindi? Non centrerà forse anche il peso degli obbiettivi che non può essere identico da struttura a struttura ma deve essere certamente ponderato? Sarà colpa dei primari e della loro abilità a contrattare obbiettivi perseguibili o meno? Non la sappiamo ma è quello che la Segreteria NurSind Sassari (Leggi il Comunicato) ha intenzione di scoprire attivando immediatamente la sua rete legale perchè sia accertata l'esatta dinamica dei fatti e in caso di irregolarità, sia annullata la delibera (Leggi la Delibera) con tutto il suo procedimento, la graduatoria finale derivata (Sfoglia la Graduatoria) e siano perseguiti i responsabili.

Quel che è certo è che ancora una volta il personale infermieristico viene gettato nel campo minato della guerra tra poveri, un campo dove duole constatare che anche il corpo infermieristico ha delle responsabilità non avendo saputo scegliere negli anni una rappresentanza pronta all'offensiva armata per la salvaguardia dei propri diritti. Non c'è poi da meravigliarsi della fuga dai reparti, considerati episodi come questi.

Fuga che non fa che alimentare la guerra tra poveri e che diventa terreno fertile per facili consensi.

 

Andrea Tirotto