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La febbre dengue approda in Italia. Diagnosticati casi a Bologna, Firenze  e l’Aquila

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 07/10/2016 vai ai commenti

EsteroNursing

A settembre segnalati due casi d’importazione uno a Firenze e l’altro a Bologna, poi di recente all’Aquila. I soggetti erano ritornati da un viaggio in paesi tropicali dove la malattia è endemica.  I pazienti hanno contratto la forma più benevola e sono già guariti ma la malattia nel 5% dei casi ha un decorso maligno, che può condurre a la persona che la contrae a morte.

La febbre dengue è una tipica malattia delle zone a clima sub-tropicale, causata da  arbovirus, il suo vettore è la zanzara genere  Aedes aegypti, occasionalmente e con minor efficienza, la zanzara tigre asiatica, della famiglia Ades albopticus.

I casi di Dengue sono destinati ad essere sempre più frequenti anche in Italia, il massimo rischio di contagio nelle nostre regioni si registra nei mesi da giugno a ottobre. Lo sostengono ricercatori e biologi brasiliani che hanno condotto studi per il Ministero della sanità, dopo lo straordinario incremento della malattia in tutto il territorio brasiliano. Il caldo tropicale  ha ormai raggiunto molte regioni italiane ed è il clima ideale per la zanzara della Dengue, che in queste condizioni può proliferare tranquillamente.

La dengue origina da cinque ceppi virali (il quinto è stato scoperto da pochi anni) che possono anche coesistere nelle stesse aree geografiche determinando anche infezioni sequenziali con maggior gravità. Alcune aree dei tropici hanno visto la notevole riduzione dei casi di malaria e il corrispettivo incremento di casi di dengue. Secondo l'Organizzazione mondiale della salute (Oms), attualmente un terzo della popolazione mondiale vive in aree di rischio di contatto con la zanzara della Dengue. Ma nei prossimi decenni questa percentuale è destinata a raddoppiare: fino al 2085 tra il 50% e il 60% degli abitanti del pianeta vivranno in zone infestate dalla zanzara Aedes.

Manifestazioni della dengue

Riuscire ad identificare l’infezione il prima possibile è molto importante per salvare la vita al paziente. L’incubazione può durare dai 5 ai 7 giorni, fino alla comparsa repentina di febbre molto alta (è detta anche febbre spacca-ossa a causa dell’intenso dolore osteo-articolare). Normalmente ha un decorso benigno con una fase acuta che dura circa una settimana, mentre possono rimanere dolori articolari per alcuni mesi.Il trattamento è sintomatico e consiste nella somministrazione di farmaci antipiretici, antidolorifici e di liquidi per combattere la disidratazione, oltre a un controllo frequente della pressione arteriosa e delle piastrine.

La malattia clinicamente può manifestarsi in tre fasi consequenziali oppure solo con una delle 3 sintomatologie descritte:

1. Insorge una febbre che è poco più di un’influenza ma con maggiore coinvolgimento sistemico e cutaneo (comparsa di petecchie). 

2. Una febbre elevata associata ad un’iniziale compromissione di alcuni organi, caratterizzata essenzialmente da una vasculite (infiammazione dei vasi sanguigni) sistemica. 

3. Una febbre “maligna” grave, che può esitare con la compromissione di organi vitali come il rene, il fegato, il sistema nervoso centrale e complicanze emorragiche sino allo shock.

Non vi è immunizzazione crociata quindi le forme più gravi sono quelle successive alla prima infezione di dengue e sono causate da ceppi diversi dal primo. Nei bambini con meno di cinque anni, nelle donne in gravidanza, negli anziani o in pazienti con altre patologie può comparire una malattia grave sin dall’inizio.

Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), segnala che nel corso degli ultimi 50 anni, il numero di casi è aumentato di circa 30 volte, in particolare nei paesi tropicali e subtropicali, dove la dengue rappresenta una minaccia per oltre 2,5 miliardi di persone. Si stimano 400milioni di contagi l’anno, 250.000 casi di dengue grave, con una mortalità di circa 22mila persone l’anno, molti dei quali bambini. In Brasile nei primi 3 mesi del 2015 è scoppiata un’epidemia, i contagi sono stati 258mila e 62 le morti; l’infezione dengue è aumentata del 240% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A oggi la malattia ha colpito 460 mila persone in tutto il paese, causando 132 decessi. Il caso del Brasile, va ricondotto alle precarie condizioni igienico sanitarie e di fornitura d’acqua inadeguata, che favorisce il ristagno e fornisce nuovi siti per la proliferazione delle zanzare.

La situazione Italiana

L'Istituto Superiore di Sanità coordina le attività di sorveglianza integrata delle arbovirosi in Italia per tutto l’anno. Per ridurre il rischio di trasmissione, il sistema di sorveglianza entomologica è potenziato nelle aree infestate dalle zanzare per permettere l’identificazione rapida dei casi importati. Pertanto, dai primi di giugno a tutto ottobre, è posta particolare attenzione all’identificazione tempestiva dei casi importati e di persone con sintomatologia clinica compatibile, ma che non hanno viaggiato in paesi endemici, utile a riconoscere casi e focolai epidemici autoctoni, (due o più casi insorti nell’arco temporale di 30 giorni in una area territoriale ristretta).

Circolare ISS

Nel nostro paese, dengue e malaria sono le principali patologie d’importazione e finora non hanno causato decessi. La malattia non è presente in Italia, c’è solo un potenziale pericolo.  Negli ultimi anni, all'aumento dei casi di Dengue nell'Europa Occidentale ha contribuito anche l'accresciuto numero di viaggi e spostamenti.

In Italia, quando la patologia è diagnosticata, vengono prontamente attivate misure di profilassi ambientale, con disinfestazione delle aree circostanti il domicilio della persona colpita. Questo intervento consente di bonificare la zona da eventuali zanzare infette, prevenendo l’insorgenza di casi secondari.

Uno studio pubblicato dalla rivista Interface della Royal Society, ha considerato i dati sulla temperatura e l'umidità in Europa tra il 1950 e il 2009 e proiettandoli con un modello matematico fino al periodo 2030-2050, descrivono uno scenario dove le zanzare tigre, con il loro carico di virus "esotici", potrebbero fare il salto verso il nord Europa, arrivando fino in Gran Bretagna. La ricerca ha dimostrato  che la zanzara tigre sta già lasciando alcune zone del sud della Spagna e della Sardegna, e il fenomeno si potrebbe accentuare nei prossimi anni.

Una previsione che si sta acclarando, di recente, alcuni focolai autoctoni di dengue hanno interessato l’Europa. Casi sporadici sono stati registrati nel 2010 e, nel 2012 e 2013, nel sud della Francia e nei Balcani, con un rilevante focolaio epidemico nell’isola portoghese di Madeira al largo dell’Atlantico con più di 2000 casi di dengue.

Precauzioni per chi viaggia  

I viaggiatori che si recano nei paesi tropicali e subtropicali per non esporsi al rischio di dengue, di malaria e di febbre chikungunya (altra patologia trasmessa da zanzare), devono tenere a mente il messaggio chiave: “Proteggiti dalle punture di zanzara” . Azioni che comprendono il controllo attivo del vettore (insetticida, distruzione dei siti dove può riprodursi) e adozione di misure individuali di protezione. L’impiego di repellenti cutanei al tramonto e la notte per la malaria, di giorno per la dengue e l'uso di zanzariere ai letti o alle finestre, o di aria condizionata. Infine, per proteggersi dalle zanzare vanno indossati abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi di colore chiaro/coloniale. 

Sviluppi di prevenzione della dengue: vaccino e zanzare geneticamente modificate

In Brasile la lotta alle zanzare vettori della dengue avviene tramite vasti interventi di fumigazioni e con l’immissione di zanzare modificate geneticamente, incapaci di riprodursi e che non possono trasmettere la dengue. Queste misure hanno dato conferma della loro efficacia, ma purtroppo ancora non sono applicabili su vasta scala.

L'Organizzazione mondiale della sanità considera lo sviluppo di un vaccino contro la dengue, una priorità assoluta, dato che ogni anno vengono contagiate circa 390 milioni di persone. Promettenti ricerche in questo campo, fanno ben sperare per il prossimo futuro. Un vaccino sperimentale contro la dengue ha superato un importante "test di provocazione" proteggendo perfettamente dal virus un gruppo di volontari sani intenzionalmente infettati con una forma debole del virus. L’indagine è stata condotta da ricercatori dell'University of Vermont College of Medicine, dei National Institutes of Allergy and Infectious Diseases a Bethesda  e della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, i risultati in un articolo pubblicato su "Science Translational Medicine".

Attualmente la situazione in Italia e Europa è sotto controllo, la sorveglianza epidemiologica e gli interventi realizzati, hanno arginato la malattia, nonostante il clima favorente la proliferazione e migrazione delle zanzare vettori. Nella prevenzione delle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes sp.), la collaborazione della popolazione costituisce un elemento fondamentale, pertanto la comunicazione del rischio, la formazione, l’informazione e l’educazione alla salute rivestono un ruolo determinante.

 Fonte

www.affaritaliani.it

 www.iss.it

www.simiti.it

(la mappa interattiva dei casi nel mondo è disponibile qui)

Circolare Governo Arbovirus 2016