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Il sonno come indicatore clinico: perché l’infermiere deve intervenire subito

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 14/07/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

 

Dormire bene è un pilastro della salute umana, al pari di una corretta alimentazione e dell’attività fisica.Tuttavia, disturbi del sonno come insonnia, apnea ostruttiva e alterazioni del ritmo circadiano sono ancora sottovalutati, pur essendo associati a patologie gravi: ipertensione, diabete, depressione, obesità, ictus.

La sonnolenza diurna e la stanchezza cronica aumentano il rischio di incidenti, errori clinici e infortuni sul lavoro. Per questo, la salute del sonno è oggi una priorità di salute pubblica. L’American Academy of Sleep Medicine invita a rafforzare l’attenzione al sonno in ambito educativo, clinico, assistenziale e lavorativo. Anche l’agenda Healthy People 2030 include tra i suoi obiettivi il miglioramento del sonno nella popolazione, lo screening per l’apnea notturna e la prevenzione della guida in stato di sonnolenza.

L’Infermiere come osservatore e promotore della salute del Sonno

In ambito ospedaliero, domiciliare, territoriale o nei contesti di lungo degenza, l’infermiere rappresenta spesso la prima figura sanitaria in grado di osservare alterazioni del ritmo sonno-veglia. Tuttavia, nella formazione infermieristica e nella pratica clinica quotidiana, l’argomento sonno è ancora poco esplorato.

Integrare la valutazione del sonno nella routine assistenziale significa prendersi cura in modo più completo e personalizzato.

Come funziona il sonno: meccanismi e regolazione

Il ciclo sonno-veglia è governato da due processi:

  • Processo omeostatico: è il bisogno fisiologico di dormire, che cresce con le ore di veglia.

  • Processo circadiano: è il nostro “orologio biologico”, regolato dal nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo, che coordina anche altre funzioni (pressione arteriosa, ormoni, risposta immunitaria).

La luce è il principale sincronizzatore esterno: la sua percezione da parte della retina invia segnali al cervello, influenzando l’alternanza sonno-veglia. Anche attività fisica, alimentazione e interazioni sociali possono influenzare i ritmi circadiani.

Valutare la qualità del Sonno

“Come dorme di solito?”
“Quante ore riesce a dormire per notte?”

Bastano poche domande mirate per iniziare un’osservazione clinica efficace.

Per una valutazione strutturata, è utile il modello RU-SATED, che esplora sei dimensioni:

  • Regolarità degli orari

  • Soddisfazione soggettiva

  • Vigilanza durante il giorno

  • Tempistica del sonno (orario di addormentamento)

  • Efficienza (tempo realmente trascorso dormendo)

  • Durata del sonno

Se emergono anomalie, strumenti come il Questionario sui Disturbi del Sonno di Holland aiutano a identificare i disturbi più comuni.

Disturbi più frequenti del Sonno

Apnea Ostruttiva del Sonno (OSA)

Disturbo respiratorio caratterizzato da ostruzioni parziali o complete delle vie aeree superiori, che causano desaturazione e risvegli notturni.

  • Sintomi notturni: russamento, apnee osservate, risvegli con senso di soffocamento.

  • Sintomi diurni: sonnolenza, cefalea mattutina, difficoltà di concentrazione.

Strumenti di screening: STOP-BANG, Epworth Sleepiness Scale, Berlin Questionnaire.

Insonnia

È il disturbo del sonno più diffuso, colpisce il 30–40% degli adulti ogni anno.

  • Iniziale: difficoltà ad addormentarsi (>30 minuti).

  • Di mantenimento: risvegli frequenti.

  • Terminale: risveglio precoce.

Fattori di rischio: età, sesso femminile, dolore cronico, disturbi d’ansia o dell’umore, turni di lavoro, problemi familiari.

Screening: nessuno strumento univoco; si utilizzano anamnesi, diario del sonno e domande cliniche mirate.

Disturbi del Ritmo Circadiano

Sono alterazioni dell’orologio biologico, tra cui:

  • Jet lag (viaggi tra fusi orari)

  • Shift work disorder (lavoro su turni)

  • Delayed o advanced sleep phase disorder

Sintomi: sonnolenza diurna, ridotta concentrazione, affaticamento.

Domande chiave:

  • Quando inizi a sentirti stanco?

  • Se potessi scegliere liberamente, a che ora andresti a dormire e ti sveglieresti?

In base al cronotipo (mattiniero o serale), è possibile impostare interventi come l’esposizione alla luce naturale, esercizio fisico e regolazione degli orari.

Educare il paziente: strategie per un Sonno migliore

L’educazione alla “igiene del sonno” è uno strumento semplice e potente a disposizione dell’infermiere. Tra le raccomandazioni più efficaci:

  • Orari regolari di sonno e veglia

  • Ridurre l’esposizione alla luce blu (TV, smartphone) prima di dormire

  • Evitare lunghi pisolini durante il giorno

  • Creare un ambiente favorevole al riposo (buio, silenzio, temperatura adeguata)

  • Registrare un diario del sonno per individuare pattern o criticità

  • Usare la luce come terapia (ad esempio luce naturale al mattino per chi soffre di sonno ritardato)

Il sonno non è solo una funzione biologica, ma un indicatore chiave di salute. L’infermiere può e deve avere un ruolo attivo nella valutazione, identificazione precoce e promozione di abitudini salutari legate al sonno.

Investire nella formazione degli operatori su questo tema significa migliorare la qualità dell’assistenza, prevenire patologie e promuovere il benessere dei pazienti.

Un paziente che dorme bene è un paziente che guarisce meglio. E l’infermiere è la figura più vicina per intercettare il problema.

 

da: ha, Y, Dickerson, S. Assessing and Promoting Sleep Health: A Brief Guide for Nurses. Am. J. Nurs.. 2025;125(7):32-37. doi:10.1097/AJN.0000000000000102.