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Medici e Infermieri nel loro matrimonio c’è una crisi di relazione?

Premessa

Il dibattito sulle competenze e confini di attività tra i professionisti sanitari non si placa.

Vedi articolo L’Ordine dei Medici del FVG si scaglia contro gli infermieri del 118. Non sono competenti, il loro è abuso della professione medica, di Maria Luisa Asta sul nostro quotidiano infermieristicamente.it, che ha dato l’avvio a molteplici commenti e riflessioni tra gli attori coinvolti. Tra questi credo utile soffermarsi sul “botta e risposta”, del Dott. Francesco Mani e la mia risposta (infermiera Elsa Frogioni). Emergono elementi aggiuntivi significanti, di relazione, collaborazione, rapporti inter-connessi e dominanza disfunzionali tra i professionisti, che probabilmente devono essere affrontati in modo approfondito e costruttivo.

Medici e Infermieri, un rapporto indissolubile, un matrimonio con crisi che devono trovare giusti percorsi e soluzioni per non inficiare il comune progetto, la salute delle persone.

 

Francesco Mani

07/04/2018 11:16

Quindi basta essere convinti di sapere fare una cosa per poterla fare? Non vi dispiacerà dunque essere sostituiti dai tecnici di radiologia per la somministrazione di mdc. Potremmo anche mettere i fisioterapisti sulle ambulanze dato che bastano i protocolli validati a sostituire un medico in emergenza. Che ci vuole? Basta un blsd e si risolve tutto. Dovete mettervi in testa che l Italia è un paese civile e vige il valore legale del titolo di studio! Nessuno ha paura delle conoscenze, si teme l anarchia del “tutti fanno tutto perché convinti di saperlo fare”. Proprio la settimana scorsa un infermiere del 118 ha messo in dubbio la mia diagnosi davanti al paziente basandosi su presupposti totalmente errati, frutto di nozioni superficiali e frammentate. Sono comportamenti errati e pericolosi.

Elsa Frogioni

07/04/2018 14:52

Gentile Dott. Mani,

nessuno vuole mettere in discussione, titoli di studio e competenze specifiche di ogni professionalità. Non facciamo confusione, nessuno dice che "BASTA UN BLSD....", queste semplificazioni servono solo per mettere benzina sul fuoco. Occorre fare chiarezza, chi è abilitato nel suo ruolo d'infermiere a realizzare la somministrazione di terapie su protocollo (validate da linee guida scientifiche internazionali e dai medici responsabili di struttura...tanto per dire...che non se le inventa seduta stante l'infermiere, che risponde invece, solo nell'aver realizzato correttamente le procedure prescritte...dall'azienda e dai medici...), ha tutte le competenze certificate dalle normative nazionali e internazionali....infatti sono eseguite anche da altri infermieri e sanitari in tutto il resto del mondo.

Inoltre occorre anche non celare una ipocrisia...le procedure e protocolli terapeutici esistono da anni in Italia, da sempre in area critica...rianimazione ...TIPO...TIN......ecc...e gli infermieri le attuano in questi reparti in autonomia, anche senza la diretta presenza dei medici.

Si bloccherebbero tutti i più grandi ospedali e rianimazione italiane, se per ogni terapia, si dovesse aspettare la prescrizione scritta del medico!!!! Quindi nell'ambulanza, qual è la differenza? Perché qui non devono esistere i protocolli terapeutici?

L'esempio che riporta, rispetto ad una "ingerenza" diagnostica errata rispetto a quanto suggerito da un collega infermiere....dimostra solo una cosa...che alcuni medici...ritengono...di non aver mai la necessità di un confronto, non sopportano il dissenso di chi collabora con lui per lo stesso scopo...il bene del paziente. Se ci si ponesse in quest'ottica...il collega infermiere che interviene, anche sbagliando, proponendo interventi e diagnosi differenti, non sarebbe visto come una "rottura di ....", ma come una risorsa.

L'infermiere BRAVO non è quello che sta ZITTO, perché magari ha paura di sbagliare o di essere redarguito dal medico....è quello che PARLA, perché pensa che il suo contributo, la sua funzione, il suo ruolo sia quello di collaborare per il bene e salute del paziente.

Tutti nella mia esperienza di 38 anni in sanità, possono se vogliono e se ne hanno possibilità dare un contributo. La decisione diagnostica e terapeutica, spetta a voi niente da eccepire ma è meglio non essere soli.

Posso raccontare tantissimi episodi in cui l'infermiere è stato di aiuto al medico in questo suo compito e con vantaggio risolutivo per il paziente. Se volete...posso iniziare a raccontarli....e poi vediamo....chi vince?

E' questo lo scopo? Iniziamo a collaborare seriamente e senza pregiudizio per il bene della salute.