Iscriviti alla newsletter

Cannabis. Dalle indicazioni alle controindicazioni. Come agisce

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/05/2018

AttualitàStudi e analisi

di Michela Cavallin

La cannabis aiuta chi soffre di mal di testa ricorrenti. Lo dice uno studio pubblicato su Pharmacotherapy da un team dell'Università del Colorado coordinato dalla prof.ssa Laura Borgelt.

E’ stato studiato l'effetto della sostanza su 121 persone con mal di testa, 103 delle quali hanno beneficiato di una riduzione consistente degli attacchi mensili, passando da una media di 10,4 a 4,6.
L’ effetto della marijuana si esplica attraverso le naturali proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche proprie dei cannabinoidi, oltre che dell’ influenza esercitata su neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina.


Il CBD è come un fratello o una sorella del THC, perché come tutti i fratelli a volte si funziona simbioticamente e altre si combatte o si compensa l’altro. A differenza del Cannabidiolo, il THC è un composto psicoattivo (il che significa che influisce sulla funzionalità cerebrale agendo a livello del sistema nervoso centrale, il che risulta in un’alterazione di stato d’animo, comportamento, percezione e funzioni cognitive) e i suoi effetti sono quelli che sentono maggiormente coloro che fumano cannabis. Fra gli effetti c’è un senso di relax, . Ha inoltre efficacia in una serie di sintomi, fra cui: dolore da lieve a moderato, insonnia, depressione, nausea e perdita di appetito, solo per citarne alcuni. A volte però il THC può rivelarsi fonte di ansia e paranoia, spesso in relazione alla sensazione di rallentamento dello scorrere del tempo, che naturalmente non corrisponde a realtà.

Nel mondo animale i mammiferi, gli uccelli, i rettili e i pesci hanno tutti composti endocannabinoidi che prodotti dai loro organismi sono costituiti da un THC “naturale” chiamato anandamide. Tecnicamente, l’anandamide (Ananda = beatitudine interiore in sanscrito + amide = tipo chimico) è un neurotrasmettitore composto naturale che circola nel nostro organismo. Sia il THC che l’anandamide agiscono attraverso i recettori dei cannabinoidi posti sulle cellule del nostro organismo e hanno un effetto simile su dolore, appetito e memoria.

I recettori sono semplicemente proteine di sorveglianza che si trovano nelle cellule che dirigono i segnali chimici dall’esterno delle molecole alle cellule, dicendo loro cosa fare, come una sorta di controllore aereo delle nostre cellule, ma queste comunicazioni si verificano solo dopo che una molecola o un composto si lega a loro. Una molecola che si lega a un recettore si chiama ligando e i recettori sono molto specifici a livello di cosa si possa legare a loro e solo determinati composti si legheranno a ogni tipo di recettore. E’ come un lucchetto e una chiave: solo determinate chiavi aprono delle porte specifiche e quando la porta è aperta, si ha un passaggio. Nel caso dei recettori, si tratta di un passaggio per un segnale direzionale. Una sola cellula può avere vari tipi di recettori attaccati a essa che hanno lo scopo di comunicare con vari composti

 

ph credit; dal web