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Ecco come il vaccino antinfluenzale riduce i casi Covid. Lo studio italiano

I ricercatori del centro Cardiologico Monzino di Milano, hanno pubblicato, sulla rivista Vaccines, uno studio atto a valutare se la vaccinazione antinfluenzale giochi un ruolo nel ridurre al minimo la diffusione di COVID-19 nella popolazione italiana di 65 anni e oltre.

I dati epidemiologici hanno mostrato che SARS-CoV-2 infetta e minaccia principalmente la salute degli anziani e dei soggetti con comorbidità, come diabete, obesità, malattie cardiovascolari, respiratorie, renali e polmonari.

L'Italia è stata fortemente colpita dal COVID-19. Il primo caso italiano è stato identificato il 21 febbraio 2020, più o meno nello stesso periodo in cui l'influenza stagionale, causata dal virus influenzale, ha raggiunto il suo picco annuale di diffusione. Le malattie causate dal virus dell'influenza e dalla SARS-CoV-2 condividono entrambe una via di trasmissione simile (cioè, attraverso goccioline aerosolizzate o respiratorie) e alcuni sintomi respiratori e sistemici, ma differiscono fortemente in termini di tassi di casi gravi e fatali, e in particolare, dei gruppi di età prevalentemente colpiti. Infatti, l'influenza colpisce preferenzialmente bambini e giovani adulti, mentre il tasso di infezione sintomatica da SARS-CoV-2 aumenta con l'età, da circa 50-100 casi / 100.000 nei bambini e soggetti di età inferiore a 20 anni a circa 900 casi / 100.000 nei soggetti oltre 80 anni. Una possibile spiegazione per la bassa suscettibilità nei bambini e nei giovani all'infezione da SARS-CoV-2 è un sistema immunitario più efficace e reattivo, potenziato dall'esposizione ai comuni agenti virali pediatrici o agli antigeni virali contenuti nei numerosi vaccini antivirali (morbillo, parotite, rosolia, varicella, epatite B, epatite A, rotavirus, papilloma virus) somministrati in età precoce. Infatti, i vaccini possono indurre meccanismi immunoterapici positivi "non specifici" che migliorano la risposta dell'ospite ad altri patogeni, attraverso un processo chiamato "immunità addestrata".

La vaccinazione annuale, una componente importante dei programmi di sanità pubblica, è l'intervento più efficace ed economico per prevenire l'influenza stagionale. Inoltre, durante l'epidemia di coronavirus SARS-CoV-1 verificatasi in Cina alla fine del 2002, l'OMS ha raccomandato di aumentare il tasso di copertura della vaccinazione antinfluenzale, in particolare nei gruppi fragili (ad esempio anziani e disabili).

Poiché non sono ancora disponibili né un vaccino specifico contro SARS-CoV-2 né farmaci anti-COVID-19 e poiché diversi elementi di prova suggeriscono un rischio reale di una seconda ondata di focolai, potrebbe essere rilevante se la vaccinazione antinfluenzale potesse mitigare un nuovo focolaio di COVID-19.

Risultati dello studio

Nella popolazione italiana, il tasso di copertura della vaccinazione antinfluenzale nelle persone di età pari o superiore a 65 anni è associato a una ridotta diffusione e ad un'espressione clinica meno grave di COVID-19. Questa scoperta giustifica studi ad hoc per indagare il ruolo della vaccinazione antinfluenzale nella prevenzione della diffusione di COVID-19.

Utilizzando dati aggregati delle regioni italiane e AP ottenuti dai siti web ufficiali nazionali, è stata rilevata un’associazione inversa tra l'entità del tasso di copertura della vaccinazione antinfluenzale e la sieroprevalenza di SARS-CoV-2, la prevalenza dei pazienti ospedalizzati, ricoverati in unità di terapia intensiva o il numero di decessi attribuibili a COVID-19.

Da quanto emerso - i ricercatori- stimano che un aumento dell'1% del tasso di copertura vaccinale tra i soggetti di età pari o superiore a 65 anni (ovvero, circa 140.000 dosi di vaccino in tutta Italia) avrebbe evitato l’infezione di 78.560 soggetti, 2512 pazienti ricoverati con sintomi, 353 pazienti ricoverati in terapia intensiva e 1989 decessi.

Infatti le regioni italiane con più alto tasso di copertura vaccinale negli over 65, hanno registrato meno contagi, meno ricoverati e meno vittime di Covid-19.

Sebbene i nostri risultati – continuano gli studiosi- non consentano di formulare ipotesi sui meccanismi alla base del presunto ruolo protettivo della vaccinazione antinfluenzale sugli esiti di COVID-19, precedenti studi immunologici ed epidemiologici, supportano il concetto che la vaccinazione contro un microrganismo può influenzare la risposta dell'ospite ad altri agenti infettivi. Ad esempio, la vaccinazione contro il micobatterio tubercolare con il vaccino bacillo Calmette-Guérin aumenta significativamente la secrezione di IL-1B (una citochina pro-infiammatoria), che svolge un ruolo riconosciuto nell'immunità antivirale.

In alternativa, prevenire l'influenza attraverso la vaccinazione potrebbe ridurre il rischio di superinfezione respiratoria con SARS-CoV-2, anche se un recente rapporto sui tassi di coinfezione tra SARS-CoV-2 e altri patogeni respiratori suggerisce che il virus dell'influenza e la coinfezione SARS-CoV-2 sono estremamente rari (0,9%). Tuttavia, questa coinfezione potrebbe determinare una maggiore gravità del COVID-19, come è stato riscontrato in più del 20% dei pazienti morti per SARS-COV-2 nell'Iran nord-orientale. Infine, le persone che accettano di intraprendere la vaccinazione antinfluenzale possono semplicemente avere un atteggiamento più proattivo nei confronti della prevenzione, compreso il rispetto dell'allontanamento sociale, l'uso corretto delle maschere facciali e l'uso di altri dispositivi di protezione personale (DPI) durante la pandemia rispetto ai non persone vaccinate, che avrebbero potuto determinare meno esiti COVID-19 in gruppi con un alto tasso di copertura vaccinale antinfluenzale.

In attesa di conferma attraverso studi clinici sperimentali con un design appropriato, i risultati delle nostre analisi ecologiche potrebbero avere importanti implicazioni per la salute pubblica. Infatti, suggeriscono che il tasso di copertura vaccinale antinfluenzale della popolazione, oltre alle misure attualmente raccomandate per limitare il contagio (allontanamento sociale, reclusione, uso di DPI), potrebbe contribuire ad attenuare la pandemia di SARS-CoV-2.

 

da Vaccines