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Nella giornata della Memoria, infermieri partigiani: Sante e Carlo Simionato (prima parte)

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 27/01/2023 vai ai commenti

AttualitàLa nostra storiaStudi e analisi

Progetto a cura di Vincenzo Raucci e Gemma Maria Riboldi

 

Borgoricco è un piccolo comune in provincia di Padova, nato e strutturato sulle antiche centuriazioni romane, ovvero la suddivisione dei terreni in quadrati di circa 710 metri di lato, affidati ai coloni romani dall’imperatore Augusto. Ogni lotto veniva assegnato per sorteggio ai coloni, solitamente veterani, che venivano così ricompensati per il loro servizio nell’esercito.

Da allora Borgoricco vanta una lunga tradizione contadina, sia di coltivazione dei campi che di allevamento del bestiame.

E fu in una delle famiglie rurali del paese che in un freddo mercoledì di fine novembre, precisamente il 21 del mese, dell’anno 1906, nacque Sante Simionato, da papà Riccardo e mamma Giovanna, che di cognome faceva Ravan.

Primogenito di sette fratelli e sorelle, come da buona tradizione contadina, iniziò presto a dare una mano in famiglia, dapprima nei campi e col bestiame e poi arrangiandosi con piccoli lavoretti saltuari. Appena maggiorenne cominciò a spostarsi anche nei paesi limitrofi, spesso facendosi accompagnare dal fratello, più piccolo di 8 anni, Carlo.

Due caratteri opposti: il primo, Sante, più sfrontato, più caparbio, più litigioso, il secondo, Carlo, più mite, più diplomatico, più remissivo. Forse perché nati in due periodi dell’anno diversi: il primo in un mese freddo (fine novembre) e il secondo in un mese caldo (fine luglio), precisamente il 30 del mese, dell’anno 1914, oppure semplicemente perché il primo, maggiore di otto anni, sentiva il dovere di prendersi cura e difendere il fratello più piccolo.

Durante uno dei tanti lavoretti stagionali, Sante ebbe modo, appena ventenne, di conoscere il dott. Carlo Angela (il padre del noto giornalista Piero Angela), psichiatra e direttore della Casa di Cura per Malattie Mentali Villa Turina-Amione, sita a San Maurizio Canavese (TO).

Si conobbero alle Terme di Bognanco che frequentarono, negli anni Venti, il primo da operaio e il secondo da cliente. Carlo Angela prese in simpatia Sante e gli promise un posto da infermiere nella sua clinica.

Detto, fatto: nel 1928, ad appena 22 anni, Sante iniziò a lavorare a Villa Turina-Amione.

Erano, quelli, gli anni della dittatura mussoliniana e Sante, seppur amico di tutti, non aveva in simpatia i fascisti, anche a causa di uno spiacevole episodio a cui assistette all’età di 15 anni: vide uccidere dagli squadristi un’intera famiglia; il padre buttato su un letame dopo morto, la madre, incinta, uccisa a calci e i figli uccisi pure loro.

 

(fine prima parte - continua e si conclude settimana prossima)

 

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