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Aumenti in busta paga grazie al Bonus Maroni. Scopriamo per chi e da quando

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/05/2023

Leggi e sentenzeProfessione e lavoro

Il bonus Maroni è contenuto nella Manovra approvata con Legge 29 dicembre 2022 numero 197 ed è  analoga a quella contemplata dalla Legge 23 agosto 2004 numero 243 per il periodo 2004 – 2007.  Il bonus Maroni spetta ai dipendenti prossimi alla pensione, che decidono di proseguire l’attività lavorativa. 

Pubblicato in in Gazzetta Ufficiale il decreto con le istruzioni operative sull’incentivo, è pronto per essere erogato.

I riferimenti normativi del bonus sono l’articolo 1, commi 286 e 287, della legge n. 197/1992 (legge di Bilancio 2023) e il decreto attuativo del 21 marzo 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 110/2023, con il quale ne vengono fornite le istruzioni operative.

Chi può accedervi

Possono conseguire il diritto all’anticipo pensionistico quanti hanno un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 41 anni.

Il diritto a Quota 103 dev’essere conseguito entro il 31 dicembre prossimo, fermo restando la possibilità di esercitarlo anche in un momento successivo alla già menzionata data.

Ovvero, quanti maturano i requisiti di età anagrafica ed anzianità contributiva:

  • Entro il 31 dicembre 2022, conseguono il diritto al pensionamento anticipato dal 1° aprile 2023;
  • Dal 1° gennaio 2023, conseguono il diritto a Quota 103 trascorsi tre mes idalla data di maturazione dei requisiti stessi.

Discorso diverso per i dipendenti pubblici. Tenuto conto della specificità del rapporto di impiego nella Pubblica amministrazione e dell’esigenza di garantire la continuità ed il buon andamento dell’azione amministrativa, quanti maturano i requisiti:

  • Entro il 31 dicembre 2022 conseguono il diritto a Quota 103 dal 1° agosto 2023;
  • Dal 1° gennaio 2023, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi sei mesi dalla maturazione dei requisiti stessi, comunque non prima del 1° agosto 2023.

In ogni caso, la domanda di collocamento a riposo dev’essere presentata all’amministrazione di appartenenza con un preavviso di sei mesi.

Bonus Maroni, come funziona

L’articolo 1, comma 286, della Manovra 2023 introduce un particolare incentivo in favore dei lavoratori dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti minimi per l’accesso alla pensione con Quota 103, decidono di proseguire l’attività lavorativa.

I lavoratori dipendenti in possesso dei requisiti minimi per accedere a Quota 103 possono rinunciare all’accredito dei contributi a loro carico, destinati a finanziare l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti.

Grazie alla rinuncia viene meno l’obbligo del datore di lavoro di versare all’Inps, con modello F24, la quota dei contributi conto dipendente, a decorrere dalla prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell’esercizio della predetta facoltà.

Con la medesima decorrenza, la somma corrispondente alla quota di contributi carico dipendente, che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale (qualora la scelta in parola non fosse stata esercitata dall’interessato) è corrisposta interamente al lavoratore.

Quest’ultimo, di conseguenza, potrà beneficiare di un aumento del netto in busta paga, rispetto all’epoca in cui i suddetti contributi venivano trattenuti dall’azienda.

L’accesso naturalmente non è automatico. Il lavoratore che rimane a lavoro, rinunciando al pensionamento anticipato, può:

  • Continuare a versare i contributi, aumentando così l’importo della pensione futura;
  • Usufruire del Bonus Maroni, rinunciando così ad una parte dei contributi ma ottenendo un aumento in busta paga.

 

A chi va fatta richiesta

La richiesta andrà presentata direttamente all’Inps, utilizzando la procedura telematica che tuttavia ancora non è presente sul sito (verrà data immediata comunicazione non appena lo sarà). Una volta raggiunti i requisiti per Quota 103, quindi, bisognerà far presente all’Inps la propria intenzione a ritardare il pensionamento a un secondo momento e a beneficiare dell’incentivo in oggetto, così che dalla busta paga venga completamente azzerata la quota di contribuzione a suo carico.

Per quanto riguarda la decorrenza del bonus, questa seguirà le stesse scadenze di Quota 103: ad esempio, per chi matura i requisiti il 16 maggio 2023, il bonus decorrerà a partire dal 1° settembre 2023, ossia una volta decorsa la finestra mobile trimestrale.

La decisione del lavoratore può essere revocabile in qualsiasi momento; in tal caso, però, non sarà possibile presentare una nuova richiesta di accesso allo sgravio in un secondo momento.

 

Di quanto aumenta lo stipendio?

Oggi sull’imponibile lordo indicato in busta paga si applica un’aliquota contributiva pari al 9,19%, a cui poi si aggiunge un 23,81% che grava sul datore di lavoro.

L’obiettivo del bonus in oggetto è azzerare completamente quel 9,19%, lasciando così che il dipendente lo percepisca direttamente sullo stipendio. Ad esempio, su uno stipendio di 2.000 euro lordi significa un risparmio di contributi pari a 183,60 euro al mese, mentre su uno stipendio di 3.000 euro lordi il taglio della quota contributiva garantirà un risparmio di 275,40 euro.

Ricordiamo comunque che tale sgravio si aggiunge a quelli già riconosciuti dalla legislazione vigente, ossia quello del 2% (che diventerà del 6% da luglio 2023) per gli stipendi inferiori a 2.692 euro lordi e quello del 3% (che diventerà del 7%) per chi guadagna meno di 1.923 euro lordi.