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Ore di straordinario e personale insufficiente. In aumento gli errori nella somministrazione farmaci

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/04/2024 vai ai commenti

Professione e lavoroStudi e analisi

Gli errori nella somministrazione dei farmaci (MAEs) causano danni evitabili ai pazienti e costano miliardi di dollari dai già tesi bilanci sanitari. Un fattore emergente che contribuisce a questi errori è la stanchezza degli infermieri. Dato che la somministrazione di farmaci è il compito clinico più frequente che gli infermieri svolgono, è fondamentale capire come la stanchezza influisce sui MAEs.

La sicurezza del paziente è una preoccupazione globale nel settore sanitario (The Health Foundation, 2013; Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS], 2004). Una delle cause più frequenti di morbosità e mortalità dei pazienti evitabili negli ospedali sono gli errori nella somministrazione dei farmaci (MAEs) (Adams & Koch, 2010; Cousins et al., 2011). Il termine MAE si riferisce tipicamente a qualsiasi evento evitabile (ad esempio, errori di calcolo, errori di etichettatura) che causa un uso inappropriato del farmaco per un paziente (Billstein-Leber et al., 2018). Le conseguenze dei MAE possono essere catastrofiche per i pazienti, causando malattia, lesioni e morte (Mayo & Duncan, 2004). I MAE possono anche aumentare la durata del ricovero ospedaliero di un paziente e utilizzare inutilmente preziose risorse sanitarie (OMS, 2017a). L'OMS riconosce i MAE come la principale causa globale di lesioni acquisite in ambito sanitario, con un costo annuale di 42 miliardi di dollari statunitensi (OMS, 2017b). In Australia, il costo dei MAE nel 2017 è stato stimato in 1,2 miliardi di dollari australiani (Commissione Australiana per la Sicurezza e la Qualità nell'Assistenza Sanitaria, 2017).

Sebbene le prove suggeriscano che vi siano molti fattori contribuenti ai MAE, la stanchezza negli infermieri (RN) è stata identificata come un contributo emergente (Keers et al., 2013; Parry et al., 2014; Schroers et al., 2021). Molti RN svolgono lavoro a turni negli ambienti ospedalieri con turni rotanti 24 ore su 24 per soddisfare le esigenze dei pazienti. Il lavoro a turni comporta spesso ore lunghe, irregolari ed estese (Harrington, 2001). Esiste un corpus significativo di prove che indica che gli RN che lavorano in questi schemi di turni rotanti sperimentano stanchezza (Smith-Miller et al., 2014; Steege et al., 2015). La stanchezza è associata a una riduzione delle prestazioni cognitive, mancanza di attenzione e vigilanza (Goel et al., 2009) ed è nota per essere associata a una scarsa prestazione infermieristica e a una diminuzione della sicurezza del paziente (Cho & Steege, 2021). Sebbene ci siano ricerche che collegano la stanchezza a prestazioni compromesse (Al-Mugheed et al., 2022), non è chiaro in che misura la stanchezza contribuisca ai MAE e ai casi di quasi errore (NMs).

A livello globale c'è una carenza di RN, che sta mettendo un notevole stress sui sistemi sanitari (OMS, 2020). Questa carenza ha posto pressioni sugli RN per lavorare più a lungo e/o fare turni aggiuntivi (Consiglio Internazionale degli Infermieri [ICN], 2021) ed è stata aggravata dalla pandemia di COVID-19 (ICN, 2020; Maben & Bridges, 2020). Il Consiglio Internazionale degli Infermieri (2021) afferma che circa il 90% delle associazioni nazionali di infermieri a livello globale dichiara di essere alquanto o estremamente preoccupato per livelli di personale insufficienti, burnout e stress a causa della pandemia che, a sua volta, sta portando gli RN a lasciare prematuramente la professione (ICN, 2020; Maben & Bridges, 2020). Meno RN in servizio inevitabilmente metterà ulteriormente sotto pressione coloro che rimangono, con un aumento delle aspettative di copertura delle carenze di personale, aumentando così il carico di lavoro e la stanchezza (Lopez et al., 2022). Dato che gli infermieri trascorrono una proporzione significativa del loro tempo nella somministrazione di farmaci, è importante comprendere gli effetti della stanchezza degli RN sui MAE.Inizio moduloFine modulo

Obiettivo dello studio condotto pubblicato sulla rivista  Journal of Clinical Nursing è esaminare le evidenze sull'effetto della stanchezza sui MAEs e sui quasi errori commessi dagli infermieri registrati che lavorano in ambienti ospedalieri.

Trentotto studi sono stati inclusi nella revisione. L'82% degli studi ha identificato la stanchezza come un fattore contributivo nei MAEs e nei casi di quasi errore (NMs). La stanchezza è associata a una ridotta prestazione cognitiva e mancanza di attenzione e vigilanza. È associata a una scarsa prestazione infermieristica e a una diminuzione della sicurezza del paziente. Componenti del lavoro a turni, come la perturbazione del ritmo circadiano e il lavoro straordinario, sono stati identificati come fattori contribuenti. Tuttavia, c'è stata una marcata eterogeneità nelle strategie per misurare la stanchezza nei studi inclusi.

La stanchezza è un concetto multidimensionale che ha la capacità di influenzare la prestazione degli infermieri durante la somministrazione dei farmaci. Gli infermieri sono suscettibili alla stanchezza a causa delle caratteristiche del lavoro come il lavoro notturno, le ore straordinarie e l'obbligo di svolgere compiti cognitivamente impegnativi. I risultati misti trovati in questa revisione indicano che sono necessari studi su scala più ampia con particolare enfasi sull'impatto del lavoro straordinario. Le politiche riguardanti le ore di lavoro sicure devono essere rivalutate e devono essere implementati sistemi di gestione della stanchezza per garantire la fornitura di cure sicure e di qualità per il paziente.

 

da:

Fatigue in nurses and medication administration errors: A scoping review

Tracey Bell RN RM BA (Hons) MA, Madeline Sprajcer PhD, BPsyc(Hons), Tracey Flenady PhD, RN BN, Ashlyn Sahay PhD, BN (Hons), GCLT