Coppie di mamme, svolta storica: 10 giorni di congedo anche per chi non partorisce. Ecco da quando
10/09/2025
Con la sentenza n. 115/2025, la Consulta riconosce il diritto al congedo obbligatorio anche alla madre intenzionale nelle coppie omogenitoriali femminili. L’INPS recepisce e chiarisce le modalità operative.
Roma, 10 settembre 2025 — Una svolta attesa e necessaria. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 115 depositata il 21 luglio 2025, ha stabilito che, anche all’interno di una coppia omogenitoriale femminile, la madre intenzionale – ossia la donna che non ha partorito ma che è registrata nei registri di stato civile come genitore – ha diritto al congedo di paternità obbligatorio previsto dall’art. 27-bis del d.lgs. 151/2001.
Una decisione che segna un importante passo avanti nella tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali e che sana una discriminazione normativa che, fino a oggi, escludeva una parte delle genitorialità riconosciute dalla società e dalla prassi.
La decisione della Corte: il diritto negato era incostituzionale
Nel dettaglio, la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma nella parte in cui non riconosceva il congedo di paternità obbligatorio a una lavoratrice, madre intenzionale, pur risultando legalmente genitore nei registri di stato civile.
Nel dispositivo, i giudici affermano che “è ben possibile identificare nelle coppie omogenitoriali femminili una figura equiparabile a quella paterna”, e che la distinzione tra madre biologica e madre intenzionale rispecchia la realtà di cura e responsabilità condivisa verso il neonato.
Cosa cambia dal 24 luglio 2025
Con il messaggio n. 2450 del 7 agosto 2025, l’INPS ha recepito formalmente la sentenza, chiarendo che:
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Il congedo obbligatorio di 10 giorni lavorativi (20 in caso di parto plurimo) è riconosciuto anche alla madre intenzionale;
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Per madre intenzionale si intende la donna che non ha partorito, ma che risulta genitore dallo stato civile o da provvedimento di adozione, affidamento o collocamento;
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Il congedo deve essere comunicato al datore di lavoro, che anticipa l’indennità INPS, salvo i casi in cui ciò non sia previsto: in quel caso, la lavoratrice presenta domanda direttamente all’Istituto.
Il diritto al congedo scatta dal 24 luglio 2025, giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale.
Pari dignità genitoriale: un principio che si rafforza
La sentenza rafforza il principio per cui la genitorialità non può essere definita solo in termini biologici. La Corte riconosce che, al pari del padre in una coppia eterosessuale, la madre intenzionale svolge un ruolo centrale e insostituibile nella cura del figlio. Negare l’accesso agli strumenti di tutela lavorativa e familiare si traduceva in una disparità ingiustificata.
Impatti operativi e futuri sviluppi
La pronuncia ha efficacia diretta e non necessita di interventi normativi per essere applicata. Tuttavia, è probabile che in Parlamento si aprano discussioni per aggiornare formalmente il Testo Unico sulla maternità e paternità, eliminando ogni ambiguità residua.
Inoltre, questa decisione potrebbe fare da apripista per ulteriori riconoscimenti a tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali, anche in settori ancora poco normati come l’accesso alla genitorialità in caso di PMA all’estero.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 115/2025, compie un passo deciso verso una maggiore eguaglianza tra i genitori, riconoscendo anche nelle famiglie omogenitoriali diritti pienamente legittimi e tutelati. Una scelta che restituisce dignità, chiarezza e giustizia a centinaia di lavoratrici che ogni giorno contribuiscono alla crescita dei propri figli con pari responsabilità e dedizione.