Iscriviti alla newsletter

Infermieri Imprenditori – Quando il coraggio di osare paga

Enrico Virtuosodi
Enrico Virtuoso
Pubblicato il: 25/01/2016

Contenuti InterprofessionaliEditorialiLe interviste

 

 

di Enrico Virtuoso

...sarà perchè il mercato del lavoro infermieristico è drogato dalla crisi economica (che ha colpito in maniera drammatica sopratutto il Sud), dai tagli alla Sanità e al Welfare, dalla disoccupazione di Infermieri che lascia i più giovani nel precariato decennale nel PUBBLICO o ad occupazioni tanto precarie quanto mal retribuite e tutelate nel PRIVATO.

Il 16 gennaio 2016 viene inaugurata la Comunità Alloggio per Anziani “Villa dei Cipressi” a Cernusco sul Naviglio – Milano, la Struttura è gestita da cinque Infermieri e uno Psicologo e contribuirà a colmare un vuoto assistenziale molto sentito nella realtà comunale cioè il problema delle famiglie, che per motivi contingenti, non possono occuparsi dei loro Anziani e seguire in maniera ottimale le conseguenze delle malattie cronico-degenerative di cui sono affetti.

Purtroppo ancora oggi la figura dell'Infermiere è vista secondo uno stereotipo, suffragato dai dati statistici, che inquadrano il lavoro del Professionista essenzialmente come “lavoratore dipendente”, prevalentemente dipendente pubblico, impiegato in massima parte in ambiente ospedaliero; gli Infermieri che esercitano in libera professione sono concentrati nel Nord del Paese, in special modo in Lombardia, e quando sono titolari di un'attività produttiva propria di servizi socio-assistenziali diventano Infermieri Imprenditori.

Rappresentano una élite all'avanguardia della Professione Infermieristica italiana, da sempre guardata con stupore, meraviglia e curiosità dal resto dei Colleghi; ed invero diventa importante conoscere più a fondo questo Universo di Infermieri che hanno trovato un modo differente di declinare la Professione al di fuori degli abituali contesti e schemi preordinati di lavoro, colleghi che hanno trovato un adattamento creativo alle difficoltà in cui si vive (o meglio si sopravvive) nel nostro SSN.

Proviamo a conoscerli meglio i protagonisti di questa nostra storia, i loro percorsi personali, le esperienze, la forma mentis che li ha portati a compiere scelte di vita professionale, secondo molti cosi radicali, attraverso la loro viva voce e la loro schietta testimonianza.

CARLO: sono un Infermiere di lungo corso, dopo il diploma di IP conseguito in Sicilia nel 93, in uno dei tanti periodi di blocco del turn over isolani, approdo a Milano; dopo una prima esperienza al Pio Albergo Trivulzio e sette anni al Policlinico di Milano, un collega mi propose di lavorare come “libero-professionista”, lasciai l'impiego pubblico allettato sopratutto dal guadagno che all'epoca poteva essere più che doppio rispetto a quello di un Infermiere dipendente. Da allora coltivo il sogno di aprire un'attività tutta mia dove mettere a frutto l'esperienza acquisita presso le Comunità di cura e di riabilitazione dei Pazienti psichiatrici nella Comunità Alloggio per Anziani: comunità, ambiente domestico, mutuo aiuto, rispetto della privacy, compagnia dei propri animali domestici, assistenza infermieristica e psicologica, aiuto domestico-alberghiero sono le colonne portanti della nostra impresa. Pensiamo anche di aprire in zona un Ambulatorio di Infermiere di Comunità sulla linea aperta da Maria Rosa Genio a Varese per poter ampliare lo spettro delle prestazioni offerte alla Popolazione di Cernusco dalla nostra Struttura.

ENZA: la nostraattività imprenditoriale è venuta su dal nulla e senza un centesimo di contributo Pubblico, quello che mi lascia da sempre perplessa è la constatazione di come nel Meridione la realtà libero professionale sia cosi sottodimensionata, forse sarà perchè il mercato del lavoro infermieristico nella mia Terra è drogato dalla crisi economica (che ha colpito in maniera drammatica il Sud), dai tagli alla Sanità e al Welfare, dalla disoccupazione di Infermieri che lascia i più giovani nel precariato decennale nel PUBBLICO o ad occupazioni tanto precarie quanto mal retribuite e tutelate nel PRIVATO.

SALVATORE: dopo il Diploma di Perito Agrario ho provato invano per tre anni di trovare un'occupazione che mi consentisse di pensare al futuro, quello che ho trovato sono stati solo “lavoretti mal pagati” che non avevano nulla a che fare col titolo che avevo in tasca e con le mie aspirazioni, un futuro senza prospettive a casa mia! Allora decisi di frequentare il corso di Laurea in Infermieristica ad Empoli Università degli Studi Firenze (in ciò sostenuto dai miei genitori anch'essi Infermieri), quindi a Laurea conseguita nel dicembre del 2013, eccomi qui in Lombardia ad esercitare come Infermiere libero professionista da due anni nell'ambito della diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie Psichiatriche e ora titolare della Comunità Alloggio. Bisogna dire che non è affatto facile ne semplice inserirsi nell'ambiente della libera professione infermieristica senza conoscerne i meccanismi o sapere a chi rivolgersi, in questo sono stato enormemente aiutato da Carlo e mi sento molto fortunato; è giusto anche dire che dati i parametri dell'impiego pubblico o privato, qui l'esperienza, la professionalità e le competenze acquisite vengono sempre ben pagate e riconosciute.

EDUARDO: mi sono laureato in Infermieristica insieme con mio fratello Salvatore ed insieme abbiamo cominciato questa avventura in terra lombarda; l'esperienza di aver partecipato a concorsi pubblici in cui per poche decine di posti vi erano migliaia di partecipanti è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi spinge sempre più verso la scelta del lavoro libero: vorrei inoltre aggiungere che a favore del lavoro libero professionale vi è anche il fatto che noi giovani Infermieri godiamo di un regime fiscale agevolato fino al compimento del trentacinquesimo anno di età (anche se il Governo nella legge di stabilità 2015 lo ha sensibilmente ridimensionato) e fino 30.000 € di fatturazione e dalla possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese inerenti lo svolgimento dell'attività lavorativa; è importante accantonare la somma relativa al pagamento delle imposte, dell'ENPAPI e all'assicurazione RC professionale completa del premio per l'infortunio sul lavoro.

ALVARO: sono arrivato anni fa dall'Ecuador nella speranza di trovar fortuna in Italia insieme alla mia famiglia, inizialmente mi sono arrangiato facendo un po di tutto poi ho fatto il corso di OSS presso un Istituto di formazione professionale privato; avere Carlo come compagno di lavoro è stato un evento importante della mia vita, sono studente del Corso di Laurea in Infermieristica e penso di laurearmi l'anno prossimo. Insieme a questo gruppo di ragazzi cominciamo un'avventura che sono certo ci porterà lontano.

DARIO: psicologo e psicoterapeuta; mi sono sempre occupato delle Comunità terapeutiche da quando mi sono laureato e lì ho conosciuto questo straordinario gruppo di Infermieri, ho cominciato ad apprezzarli e a stimare la Professione infermieristica di cui francamente conoscevo troppo poco. È la solitudine il prezzo peggiore da pagare in questa Società moderna ed industrializzata sia per il paziente psichiatrico con il suo stigma che per molti anziani non più completamente autosufficienti , io ho intenzione di contribuire nel mio piccolo alla lotta contro la SOLITUDINE insieme agli Infermieri; Enrico mi ha detto che questo si chiama “co-evoluzione tra le Professioni” come dice il Professor Cavicchi, ben venga allora la co-evoluzione!

MARIA ROSA:Sono figlia di un padre piccolo imprenditore pugliese ed ho sempre avuto lui come modello e che ho sempre ammirato per il suo savoir faire, la sua capacità di venir fuori anche dalle situazioni più complicate. Il “posto fisso” alla Checco Zalone, non è mai stato il mio punto di arrivo bensì una strategia per imparare metodi e applicazioni finalizzati ad ampliare il mio bagaglio culturale. Appena diplomata nel ’96, sono stata socia fondatrice di una cooperativa per l’assistenza domiciliare a Bari ma per ragioni familiari in seguito, ho deciso di partecipare ad un concorso pubblico a Novara che ho vinto, da lì è cominciata una lunga esperienza in area critica durata 12 anni in diversi ambienti ospedalieri. Nel settembre 2008, mi sono licenziata perché ritenevo che quello non fosse il mio habitat naturale e volevo dare libero sfogo alla mia indole. Forte della mia esperienza e con una notevole capacità di adattamento in qualsiasi ambito perché abituata a rimboccarmi le maniche, ho cominciato un percorso di 3 anni come libero professionista c/o più cooperative ADI contemporaneamente; ciò mi ha permesso di conoscere il territorio, un ambito che sconcerta e fa paura a molti e di potere rilevarne le criticità. Mi sono accorta di quanto l’erogazione dell’assistenza fosse pregiudizievole, frammentaria e assolutamente disgiunta da un percorso che mettesse al centro dell'attenzione del Sistema l’individuo quale entità umana, e quanto fosse precaria la situazione degli Utenti dal punto di vista della continuità assistenziale. Ho avuto da subito la risposta alle mie perplessità nel documento HEALTH 21 dell’OMS ed ho sposato il concetto. Da lì in poi è cominciato un lunghissimo percorso ad ostacoli costituito soprattutto dall’ignoranza in materia che le Istituzioni ed organi di Governo avevano; basti pensare che a tutt’oggi, non esiste un codice ATECO in Camera di Commercio che individui l’attività infermieristica ambulatoriale, bisogna quindi far ricorso a diciture similari mentre la Cartomante ha un suo specifico codice attività! Dal 2011 (data in cui ho fondato una società di professionisti) ad oggi, la fatica legata alla rivendicazione dell'istituzione della figura dell’Infermiere di Famiglia come da dettami OMS e CE è stata notevole, sia dal punto di vista dell’erogazione di un servizio che passasse dalla Cura al Prendersi Cura, che della tutela della Professione e della sua funzione di collante tra Ospedale e territorio; tutto ciò per mancanza di leggi e regolamenti che l’Italia recepisce come al solito sempre molto in ritardo. Io e miei giovani Colleghi ci siamo impegnati nel quadriennio scorso, a far applicare semplicemente le Norme fino ad ora esistenti in ambito professionale perché di più non si poteva, e nella diffidenza, perplessità e sconcerto generale, abbiamo “tenuto botta” e abbiamo fatto un autentico percorso da cavie umane a dimostrazione dell’efficienza ed efficacia della figura dell'Infermiere di famiglia prima e di un servizio prestato poi, un lavoro che riuscisse a coniugare i bisogni con la relazione d’aiuto nel senso più ampio del termine che preveda il coordinamento tra più figure professionali e specialistiche implicate in tale percorso: Medici di Medicina Generale, Medici Specialisti, Fisioterapisti, Psicologi, Assistenti Sociali e anche OSS e ASA. Ad oggi devo ringraziare solo 4 persone che hanno creduto in me e in quello che ai tempi era l’incubatrice di una nuova realtà oggi presente nel piano di nuova Riforma Sanitaria lombarda e di cui si parla in tutta Italia. Per fare tutto ciò, non lo nascondo, bisogna avere una buona dose di lungimiranza, esperienza, componente imprenditoriale, sordità alle critiche di chi ti vede come un alieno ed una briciola di pazzia che caratterizza la gioventù ma diventare infermieri imprenditori, si può! Anzi, invito i colleghi più predisposti a farsi largo in questo mondo perché nel corso degli anni la legislazione in materia si è arricchita, e poi perché la soddisfazione che se ne trae non ha precedenti o paragoni soprattutto per Infermieri tenaci e capaci.