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I nomi di due infermieri tra i “raccomandati” dello scandalo Umbria. Opi Perugia il grande assente. Nessun procedimento disciplinare?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 23/04/2019 vai ai commenti

AttualitàNurSind dal territorioUmbria

Lo scandalo dei concorsi sanitari truccati che ha travolto la sanità umbra e i vertici istituzionali della Regione, ha riguardato anche gli Infermieri.

Dalle intercettazioni emergono dettagli inconfutabili su come i candidati sarebbero stati “segnalati” ed “aiutati” a superare le prove.

Dalle pagine dell’ordinanza del Gip, nero su bianco, ci sono i nomi dei due infermieri che sarebbero coinvolti.

Il concorso è quello deliberato il 30 agosto 2017: ai due infermieri, il giorno prima della prova di esame, sarebbero state consegnate le tracce delle prove scritte.

 

Emilio Duca Direttore Generale e Maurizio Valorosi, il direttore amministrativo, parlano della traccia della prova scritta; è il giorno prima della relativa prova, hanno in mano la traccia, e parlano di doverla portare in “consiglio regionale” : “Gli porto le domande su, se no poi come fa?”.

Nella stessa conversazione, Duca e Valorosi, fanno i nomi dei due candidati (gli infermieri) ai quali sarebbero destinati gli “aiuti”, i cui elaborati verranno poi valutati con 18,5/2 e 18/20.

Ed ancora si ascolta Duca rassicurare Valorosi sul fatto che i due candidati sponsorizzati sarebbero stati ben valutati e che avrebbero ottenuto il punteggio di 20.

Due infermieri quindi, dei quali si conoscono le identità, che a dispetto di centinaia di concorrenti presenti alle prove concorsuali, le avrebbero superate compiendo un illecito, che oggi sono iscritti all’Ordine, lavorerebbero non certo per meriti, ma grazie ad un sistema di corruzione ben radicato.

Mentre gli altri attori della vicenda, una volta accertata, sono stati tratti in arresto, sui due infermieri “raccomandati”, è calato un silenzio imbarazzante, specie dall’Opi di Perugia, del quale non si conoscono dichiarazioni in merito.

La Corruzione è un reato bilaterale a concorso, ovvero, essa si verifica quando un privato ed un pubblico funzionario si accordano per ricevere un beneficio, in cambio di denaro.

Entrambi commettono un’azione lesiva della collettività in genere e nel nostro ordinamento giuridico vanno incontro alla stessa pena.

La vicenda Umbra è ancora aperta, altri dettagli stanno emergendo nelle ultime ore e, se le responsabilità giudiziarie sono ancora da definire, ci chiediamo perché l’Opi di Perugia almeno sul piano deontologico, non sia intervenuta sui due infermieri coinvolti.

Il nuovo codice deontologico all’articolo 46 recita: L’Infermiere esercita la funzione di rappresentanza della professione con dignità, correttezza e trasparenza. Utilizza espressioni e adotta comportamenti che sostengono e promuovono il decoro e l’immagine della comunità professionale e dei suoi attori istituzionali.

Ed ancora all’articolo 53: Ogni altro comportamento che violi il decoro e la dignità professionale è sanzionabile dall’Ordine.

Quale trasparenza, correttezza e decoro hanno messo in atto i due infermieri coinvolti?

Perché la deontologia viene usata solo quando c’è da colpire gli infermieri che dissentono da un pensiero univoco ed arretrato, mentre si tace quando gli stessi sono coinvolti in un sistema corruttivo?

Ci saremmo aspettati una dichiarazione, l’avvio di un accertamento, l’apertura di un procedimento disciplinare, che non c’è stato.

Non è ancora chiaro come evolverà la vicenda, se il concorso sarà invalidato, se i due infermieri saranno rimossi dal posto che avrebbero ottenuto indebitamente o se, azzerata la dirigenza, tutto cadrà nel dimenticatoio, lasciando vinti e vincitori, corrotti e corruttori, ognuno al proprio posto.