Catanzaro, NurSind e altri sindacati replicano a USB: “Disinformazione e attacco infondato”
Le sigle sindacali firmatarie dell’accordo sulla produttività all’ASP di Catanzaro, tra cui il NurSind, respingono le accuse di USB e difendono la legittimità dell’intesa raggiunta al tavolo di contrattazione.
Catanzaro – Dopo la pubblicazione, l’8 luglio scorso, dell’articolo apparso sulla testata online Iacchitè dal titolo “ASP Catanzaro, accordo infame contro i lavoratori: ecco i nomi dei carnefici”, le principali sigle sindacali firmatarie dell’accordo aziendale contestato — tra cui NurSind, CISL FP, FP CGIL, FIALS, Nursing Up — hanno deciso di esercitare il diritto di replica ai sensi dell’art. 8 della legge 47/1948.
Nel mirino delle sigle firmatarie, il duro attacco lanciato da USB Sanità, definito “strumentale, fuorviante e lesivo” nei confronti di chi da mesi è impegnato in una complessa trattativa per garantire la corresponsione del salario accessorio al personale sanitario.
I sindacati precisano che la produttività non è parte integrante del salario, ma un trattamento accessorio legato al raggiungimento degli obiettivi prefissati dalle unità operative. Una corretta attribuzione degli incentivi, sottolineano, non può prescindere dalla performance individuale e collettiva, come stabilito dalla normativa e confermato da sentenze della Corte di Cassazione (tra cui la n. 12268 del 14/4/2022). È quindi vietata ogni forma di distribuzione “a pioggia” dei fondi.
«L’accordo firmato, pur migliorabile, ha garantito ai lavoratori la possibilità di ricevere quote di salario accessorio che altrimenti non sarebbero state esigibili», ribadiscono le sigle, rivendicando il senso di responsabilità dimostrato nel confronto con la parte pubblica. Tra queste, si distingue anche il NurSind, che da anni si batte per una valorizzazione equa e meritocratica delle professionalità sanitarie.
I sindacati smentiscono inoltre quanto affermato da USB rispetto a presunti diritti non tutelati. Nel Regolamento approvato con delibera ASP CZ n. 150/2025 è chiaramente indicato che alcune tipologie di assenze protette (legge 104, gravidanza, malattia per causa di servizio, ecc.) non incidono negativamente sul calcolo della produttività.
Il duro affondo del comunicato si chiude invitando la USB Sanità a uscire dalla polemica sterile e ad agire responsabilmente, proponendo eventuali migliorie al tavolo di trattativa e non attraverso «invettive anonime tese a ottenere visibilità a spese dell’onorabilità altrui».
Le Organizzazioni Sindacali firmatarie ribadiscono infine l’impegno costante nella mediazione sindacale per la tutela concreta e sostenibile dei diritti dei lavoratori, nel rispetto della legge e della dignità professionale di tutti.