STRATEGIE DEL SOCCORSO: l'ipotermia nel paziente politraumatizzato, dall'accertamento alla RCP
I traumi rappresentano da sempre una delle patologie di maggiore rilevanza clinica che giungono all’attenzione dei servizi di area critica. Se si da un occhiata ai libri e alle riviste che si occupano di emergenza ci si rende subito conto che tra le tematiche più trattate, la gestione del paziente traumatizzato, è tra gli studi che riscuotono maggiore interesse per gli operatori che lavorano nel 118 e nelle U.O. di area critica.
I pazienti traumatizzati vivono una situazione di pericolo di vita non dovuta esclusivamente alla gravità delle lesioni, ma all’associazione di numerosi fattori. L’ipotermia è sicuramente tra questi tanto che molti studi descrivono la triade di morte dei traumi: ipotermia, acidosi e coagulopatia.
In questo articolo si tratterà specificamente dell’Ipotermia per porre l’attenzione a questo segno, spesso poco riconosciuto, e per suggerire alcuni comportamenti corretti per contrastarla.
In molte circostanze l’ipotermia può essere prevenuta, riconosciuta e trattata prima che possa causare gravi alterazioni.
L’introduzione di un approccio sistematico, la valutazione del rischio e il trattamento durante il continuum assistenziale può portare notevoli benefici ai pazienti.
LEGGI L'ARTICOLO:Â N&A- RESTA G. novembre 2010
di GREGORIO RESTA -Â Infermiere Specialista Clinico - AOE Cannizzaro, Catania