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STRATEGIE DEL SOCCORSO: l'ipotermia nel paziente politraumatizzato, dall'accertamento alla RCP

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Pubblicato il: 15/02/2014

Nursing

 

Trauma_team_2662I traumi rappresentano da sempre una delle patologie di maggiore rilevanza clinica che giungono all’attenzione dei servizi di area critica. Se si da un occhiata ai libri e alle riviste che si occupano di emergenza ci si rende subito conto che tra le tematiche più trattate, la gestione del paziente traumatizzato, è tra gli studi che riscuotono maggiore interesse per gli operatori che lavorano nel 118 e nelle U.O. di area critica.

I pazienti traumatizzati vivono una situazione di pericolo di vita non dovuta esclusivamente alla gravità delle lesioni, ma all’associazione di numerosi fattori. L’ipotermia è sicuramente tra questi tanto che molti studi descrivono la triade di morte dei traumi: ipotermia, acidosi e coagulopatia.

In questo articolo si tratterà specificamente dell’Ipotermia per porre l’attenzione a questo segno, spesso poco riconosciuto, e per suggerire alcuni comportamenti corretti per contrastarla.

In molte circostanze l’ipotermia può essere prevenuta, riconosciuta e trattata prima che possa causare gravi alterazioni.

L’introduzione di un approccio sistematico, la valutazione del rischio e il trattamento durante il continuum assistenziale può portare notevoli benefici ai pazienti.

LEGGI L'ARTICOLO: N&A- RESTA G. novembre 2010

di GREGORIO RESTA - Infermiere Specialista Clinico - AOE Cannizzaro, Catania