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Gli infermieri portoghesi chiedono 400€ e 35h settimanali, al via altri scioperi

Donato Carraradi
Donato Carrara
Pubblicato il: 28/09/2017 vai ai commenti

Estero

Situazione infuocata in Portogallo, con un braccio di ferro che vede da una parte due fronti sindacali infermieristici divisi, il CNESE e il FENSE, e dall'altra il governo alle prese con il DEF e la scadenza elettorale del 1° ottobre.
A far da mediazione ci si è messo l'Ordine Professionale, con la sua presidente Bastonária che ha provato a riunire i due sindacati senza raggiungere un accordo.
Non è facile capire le diversità di opinioni visto che entrambi chiedono 400 euro di aumento, 35 ore settimanali e il pagamento delle ore straordinarie. Nell'ultimo incontro col Ministro della Salute il CNESE ha rotto la trattativa perchè ritiene insufficienti le proposte del governo che si limitano a 150 euro di aumento ma solo per gli infermieri specialisti e l'applicazione delle 35 ore da metà 2018.
Di fatto il Comitato di Negoziazione dell'Unione delle Infermiere (CNESE), che integra il sindacato degli infermieri portoghesi (SEP) e il sindacato degli infermieri di Madeira (SERAM), ha già proclamato 3 giorni di sciopero per il 3, 4 e 5 di ottobre, mentre il FENSE, che integra il sindacato degli infermieri (SE) ed il sindacato indipendente professionale degli infermieri (SIPE), ha proclamato lo sciopero per i giorni 16 e 21 ottobre.
Non sembra una divisione dovuta solo alla loro presenza sul territorio. Il SEP, sindacato infermieristico storico in Portogallo fin dal 1975, ha una diffusione nazionale, mentre il SIPE pare diffuso solo nella zona di Coimbra e non si conoscono le sue origini. Osservando il loro sito non v'è traccia di storia. Potrebbe trattarsi di sindacati opportunisti, voluti dal governo per dividere il fronte della protesta.
Oltre alle argomentazioni di bilancio statale, un argomento di ostacolo alla trattativa riguarda la definizione del nuovo inquadramento stipendiale di tutta la categoria del quale si sente coinvolto anche l'Ordine Professionale e che evidentemente necessita di ulteriore tempo per la sua definizione. Tempo incompatibile al momento con la legge di bilancio.
Seguiremo da vicino l'evolversi della situazione visti gli aspetti interessanti e le dispute dei soggetti in campo. Certo è che, a differenza di noi, loro trattano direttamente con il governo, mentre noi siamo soggetti alla mediazione dell'ARAN e del Comitato di Settore della Conferenza Stato Regioni.
Loro hanno già fatto 58 giorni di sciopero (indetti dal SEP) dal giugno 2016 con percentuali di adesione vicine al 90%, tanto che la prima richiesta che avanzano al governo è di non applicare alcuna sanzione o provvedimenti disciplinari sugli scioperanti.
Per il resto non c'è da meravigliarsi sulla divisione tra sindacati; anche da noi avviene la stessa cosa a causa della presenza di "sindacati" opportunisti dai quali gli infermieri non sanno ancora districarsi...