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Infermiere Killer in Germania. 300 i pazienti uccisi. Parla il nipote di una vittima “Protetto dalla cultura dell’omertà”

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 11/05/2019 vai ai commenti

AttualitàEstero

Fino ad oggi la più efferata omicida nella storia è stata Waltraud Wagner, una giovane aiuto infermiera, alla quale furono imputati 49 omicidi, e per i quali fu condannata all’ergastolo.

Lei è una dei tanti Angeli della Morte: iniziano ad uccidere di solito dopo i venti anni, nei luoghi dove la morte è un evento naturale: ospedali, cliniche e case di riposo.

Dalla Germania, oggi si torna a parlare dell'orripilante vicenda di Niels Hogel, un infermiere 40enne, condannato a due ergastoli per aver commesso due omicidi e aver avuto un ruolo in altri quattro, Högel ha fin qui ammesso di aver assassinato 43 pazienti, non ha escluso di averlo fatto con altri 53 e ha negato ogni responsabilità in cinque casi.

Gli inquirenti però rivelano che le vittime di Högel potrebbero essere almeno 300. 

 

Chi sono gli angeli della morte

Gli angeli della morte sono una tipologia di serial killer studiati da più famosi criminologi. Agiscono laddove l’omicidio può essere facilmente occultato e l’assassino che sperimenta l’onnipotenza di chi può decidere della vita o della morte di un altro essere umano, tende poi a mettere in evidenza la propria capacità nel tentare di salvare le vittime.

 

La storia di Högel

Niels Hogel, 40 anni, sembra aver compiuto i suoi omicidi dal 1999 al 2005, quando scoperto, è stato fermato prima di poter uccidere ancora.

Lavorò dal 1999 al 2002, presso la clinica di Oldenburg, vicino Brema, e dal 2003 al 2005 nell’Unità di emergenza dell’ospedale di Delmenhorst.

Qui nel 2005, finisce la sua carriera di infermiere e di omicida, quando un collega, lo scopre intento a somministrare un cocktail letale di farmaci cardiaci ad un paziente, prima che possa ucciderlo.

Viene quindi condannato a sette anni e mezzo di carcere per tentato omicidio.

Ma le indagini sul suo conto non si fermano, e durante uno dei processi, ammette davanti al giudice di aver compiuto 90 azioni omicide, di cui 30 portate a termine.

Di questi 30, due omicidi vengono accertati, e nel 2014 viene condannato all’ergastolo.

 

Cosa portava Högel ad uccidere?

Il farmaco da lui somministrato provocava arresti cardiocircolatori o crisi cardiache, nei quali interveniva con manovre rianimatorie, che lo mettessero in buona luce e di cui gliene fosse riconosciuto il merito. A volte la rianimazione andava a buon fine, molte altre no.

 

 

«Se è possibile che per 15 anni più di 300 morti vengano nascosti sotto il tappeto, cos’è ancora possibile in Germania?», si chiede Christian Marbach, nipote di una delle vittime di Högel, diventato paladino della battaglia per far luce sui suoi crimini e soprattutto sui silenzi che li hanno consentiti. «Högel è stato di fatto protetto da una cultura che porta a voltarsi dall’altra parte e tenere bassa la testa», dice Frank Lautermann, il solo ex collega che ha testimoniato apertamente contro di lui.

 

da il Corriere