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Codice deontologico Infermieri: Un faro spento per la Professione

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 18/06/2019

Cinque Domande

 

di Emilio Benincasa

In genere, quando si avverte la necessità di riscrivere o di aggiornare il testo di un Codice Deontologico, nel quale fissare le regole e i comportamenti di una professione, le intenzioni dovrebbero essere quelle di superare gli anacronismi, le storture o quant'altro necessita al fine di raggiungere il giusto riconoscimento ed una piena maturità etico-professionale.

Nel caso della professione infermieristica, il nuovo Codice Deontologico, a mio modesto avviso, rappresenta invece, una solida battuta d'arresto per tutti gli Infermieri, ossia, di coloro che hanno scelto e assunto professionalmente, il compito di concorrere all'assistenza e alla cura delle persone che, manifestino vulnerabilità in ogni epoca della propria vita.

La stesura del testo, da parte della Commissione, è frutto di un ragionamento frettoloso e incompiuto, che sfiora e non affronta, i problemi deontologici e le possibili soluzioni di una professione, ancora per certi versi"ingabbiata" alle mansioni. Nessun rilievo deontologico sul fronte della esclusività della professione, dell'identità e delle competenze avanzate.

Nessun accento, viene posto nel dirimere i conflitti di competenze o di collaborazione, che quotidianamente insorgono di fronte alle esigenze di cura, nè tantomeno viene prestata attenzione alla salvaguardia del contesto relazionale nel quale essi sorgono. In ragione poi, della polisemia della parola “cura”, e più spiccatamente sui problemi etici che possono insorgere all’interno delle professioni coinvolte, il codice è un arido deserto.

Agli infermieri, per la loro opera non servono vuoti neologismi, competenze astratte o nuovi mestieranti della professione infermieristica, serve ad esempio, stabilire in maniera definitiva che, le attività infermieristiche sono esclusive, superando l’odioso demansionamento che si protrae fino ad oggi per compensare le carenze. Quando si verifica la mancanza di personale, deve essere sancito l’obbligo di denuncia al proprio ordine che dovrà sempre attivarsi a tutela dei propri iscritti contro le aziende nelle sedi opportune.

L’infermiere non è più disposto a compensare nessuna carenza che non riguardi quella dei propri colleghi, a tal proposito, al personale OSS, anziché aggiungere periodicamente una “s”, non so se forse siamo arrivate a tre o quattro, come la saga di Rocky, concedetemi la battuta, sarebbe forse il caso di comprare almeno una vocale.

La valenza riguardo a norme di condotta, che assumono rilevanza sociale, dovrebbero contemplare e coltivare in sè alte aspirazioni e la giusta rilevanza in ambito sociale. Conseguentemente, ogni infermiere dovrebbe poter approssimare l'agire quotidiano e incarnare la propria opera, scevro da ogni condizionamento in piena libertà ed autonomia.

Quello che, doveva essere un lavacro purificatore, al fine di fare emergere l'identità dell'infermiere nitente di luce propria, si è rivelato invece, solo un debole riverbero di luce altrui, che offusca e rende ancora indefinita, tremolante e ambigua la professione infermieristica nel contesto di cura.

Il codice di comportamento, dovrebbe avere una solida ossatura per rimanere in piedi e non prestare invece il fianco a derive di tipo politico o assecondare promiscuità con altre figure di supporto, creando un clima confuso e un continuo fagocitarsi delle competenze.