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Bonus Covid bocciato? NurSind: il Senato intervenga per chiarire la norma e non lasci dubbi interpretativi

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La Redazione
Pubblicato il: 13/07/2020 vai ai commenti

CoronavirusPunto di Vista

Da qualche giorno infuria la polemica sul premio Covid-19 destinato a medici ed infermieri, con un botta e risposta tra Regioni che sostengono che il Governo abbia bloccato il pagamento del Bonus e Governo, che attraverso le parole del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Boccia, fa sapere come sia priva di fondamento la notizia che l’esecutivo abbia bloccato il Bonus.

Al centro della questione resta un problema dell’interpretazione della norma.

 

Di Andrea Bottega

 

Nella Repubblica italiana il potere legislativo – chi fa le leggi – è detenuto dal Parlamento che è composto da cittadini eletti dal popolo. Il Parlamento rappresenta pertanto il popolo, il suo sentire, la sua volontà e la esprime attraverso delle norme che impegnano tutti gli organi dello Stato e i cittadini.

Ora tutti noi abbiamo ben presente qual era il sentire e la volontà del Popolo nei mesi di primavera ed espressa chiaramente in più sedi e luoghi: gli infermieri sono i nostri eroi i quali, attraverso il loro sacrificio, tutelano il bene più prezioso che un essere umano ha, la vita.

Questo sentire è stato tradotto solo in minima parte, prima nel Decreto Cura Italia (DL 18/2020), poi rivisto nel Decreto Rilancio (DL 34/2020) ora in via di conversione in legge, prevedendo con il primo uno stanziamento economico per la remunerazione delle ore straordinarie lavorate per l’emergenza COVID (ci mancherebbe altro, il pagamento delle ore lavorate è dovuto per diritto nazionale ed europeo; ndr) poi con il secondo decreto un incremento delle risorse economiche e la possibilità di usare quei soldi non solo per lo straordinario ma anche per il pagamento delle relative indennità previste ( a seguito dell’aumento di posti letto di terapia intensiva e di malattie infettive) e per la premialità. Il testo del decreto rilancio sul punto delle risorse spendibili dalle regioni scrive che “tali importi (quelli stanziati direttamente dallo Stato e definiti nella tabella A, ndr) possono essere incrementati, fino al doppio degli stessi, dalle regioni e dalle provincie autonome, con proprie risorse disponibili a legislazione vigente, …”.

Recentemente su questo punto è intervenuta una nota della Ragioneria dello Stato a parere sulla legge regionale Piemonte n. 12/2020 che prevede l’erogazione di un incentivo al personale direttamente impegnato a contrastare l’emergenza COVID-19.

Tre sono i rilievi principali: primo che la legge regionale emanata è anteriore all’emanazione del Decreto rilancio che dava la possibilità alle regioni di incrementare le risorse economiche a disposizione e di utilizzarle per altre finalità oltre che per la premialità; secondo che l’importo doppio messo dalla regione è utilizzato totalmente per la premialità; terzo che il doppio del finanziamento statale è equivalente a una ulteriore quota pari al finanziamento statale che lo rende doppio come importo totale.

La lettura data dalle regioni è stata diversa intendendo che all’importo statale fosse un terzo delle risorse disponibili totali a cui si potevano aggiungere ulteriori risorse a carico delle regioni pari ad altri due terzi. Così il presidente della Conferenza delle regioni ha inviato una lettera di richiesta di chiarimenti ai ministri interessati.

La posizione del Governo attraverso il ministro Boccia è stata quella di ribadire che il consiglio dei ministri ha ritenuto di non impugnare la legge del Piemonte nonostante i rilevi fatti emergere dalla Ragioneria dello Stato.

È ben chiaro che la nota della Ragioneria dello Stato pone qualche problema sulla corretta interpretazione della norma, interpretazione che potrebbe essere ripresa successivamente dalla magistratura contabile e creare così qualche problema sul pagamento del bonus. Tuttavia c’è da evidenziare che il Decreto rilancio è ancora in via di conversione e il Senato potrebbe intervenire chiarendo meglio la norma. Se i rappresentanti del Popolo rappresenteranno veramente il sentire del Popolo con coerenza dovrebbero risolvere questo ulteriore problema.

Naturalmente NurSind si augura che ciò avvenga per tacitare ogni possibile fraintendimento sulla premialità del personale del comparto sanità e della dirigenza sanitaria anche se è più lecito aspettarsi una intervento strutturale sul nuovo contratto con un’indennità professionale specifica che renda veramente onore alla professione di infermiere e ostetrica.