Non solo nucleare. La minaccia adesso arriva dalle bombe al fosforo. Cosa provocano
Adesso che l’incubo dell’escalation nucleare sembrerebbe scongiurato, a fare paura sono le bombe al fosforo, che I russi avrebbero usato nel territorio di Irpin.
L’uso delle bombe al fosforo non è nuovo, il loro utilizzo è stato documentato in diversi conflitti, dal Libano all’Iraq. Ad oggi sono annoverate tra i crimini di guerra. Nel 1980 la Convenzione di Ginevra le ha vietate, sebbene non rientrino ufficialmente nell’elenco delle armi chimiche, contengono fosforo bianco, una sostanza gravemente tossica per ingestione e inalazione. C’è però un utilizzo consentito dalla Convenzione di Ginevra: il fosforo bianco può essere utilizzato al solo scopo di illuminazione, per spaventare o per nascondere le proprie truppe. Altro utilizzo è la creazione di una cortina fumogena, sfruttata per coprire la ritirata o impedire al nemico di avanzare, sebbene si tratti effettivamente di polveri sottili.
Ma perché fanno tanta paura?
Le bombe al fosforo bianco sono di solito lanciate con pezzi di artiglieria da 155 mm o da mortai da 120 mm. Il fosforo bianco è un solido molecolare che a contatto con l’ossigeno dell’aria produce anidride fosforica che disidrata tutto quello che trova producendo acido fosforico. Distrugge quindi tutti i tessuti organici.
Provoca negli esseri viventi una necrosi profonda dei tessuti, fino al livello dell’osso, in una sorta di cremazione chimica. Il calore brucia tutte le parti di tessuto molle, distruggendo completamente i tessuti organici. A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che successivamente all’esplosione il fosforo bianco si vaporizza nell’ambiente sotto forma di gas, e può quindi essere inalato bruciando letteralmente anche i polmoni. Da qui il suo effetto devastante. Tra l’altro, anche nel caso in cui il soggetto colpito sopravvivesse, riporterebbe dei danni permanenti, dall’anemia alle necrosi ossee