Sanità privata, contratti scaduti da oltre 10 anni. Nursind: serve una legge sulla rappresentanza
Romina Iannuzzi, responsabile Nazionale NurSind per la sanità privata: “Stessi diritti del pubblico? Si cominci dalla legittimità sindacale”
Da oltre un decennio, migliaia di infermieri che operano nelle strutture della sanità privata accreditata attendono il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Un’attesa estenuante, che si consuma sullo sfondo di un comparto in forte crescita economica – nel 2022 il settore ha raggiunto i 10,6 miliardi di euro di ricavi, con un incremento dell’8,7% rispetto al 2019 – ma incapace, finora, di riconoscere ai propri professionisti il giusto adeguamento economico e normativo.
“Accanto ai rinnovi contrattuali, ormai non ulteriormente procrastinabili, gli infermieri chiedono norme che regolamentino una maggiore rappresentatività ai tavoli negoziali”, denuncia Romina Iannuzzi, Responsabile Nazionale NurSind per la Sanità Privata, in un’intervista pubblicata su L'ARCO – Magazine di Costantino&partners.
Le associazioni datoriali, intanto, rilanciano l’idea di un contratto rinnovato con risorse pubbliche, chiedendo alle Regioni la copertura del 50% dei costi del rinnovo, così da uniformare le modalità a quelle del comparto pubblico. Un’istanza legittima solo in apparenza, secondo NurSind, perché si invocano gli stessi diritti della sanità pubblica solo quando si tratta di aumentare gli stipendi, senza però accettarne le regole, in primis sulla rappresentanza sindacale.
“Il divario con la sanità pubblica non sarà colmato fino a quando i datori di lavoro potranno scegliere unilateralmente i loro interlocutori sindacali ai tavoli negoziali. Qualora si intenda realmente guardare al modello pubblico, allora lo si faccia a partire dalla rappresentanza”, incalza Iannuzzi.
La proposta di NurSind è netta: una legge sulla rappresentanza sindacale che equipari pubblico e privato, introducendo criteri certi e verificabili per determinare chi ha titolo a contrattare per i lavoratori. “Solo così i contratti collettivi potranno avere valore erga omnes e garantire la stessa dignità a tutti gli infermieri, indipendentemente dal datore di lavoro”, conclude Iannuzzi.
Il rinnovo dei contratti deve diventare un requisito imprescindibile per l’accreditamento istituzionale, un principio che NurSind ribadisce da anni. Finché non verrà sancito per legge, si continuerà ad assistere al paradosso di strutture che erogano servizi per conto del SSN con personale sottopagato e tutelato da contratti ormai archeologici.
NurSind non si oppone all’eventuale contributo delle Regioni, “purché non diventi un alibi per l’inerzia dei datori di lavoro”. L’attesa dei lavoratori non può essere strumentalizzata per esercitare pressione sulle istituzioni, per poi essere ignorata una volta raggiunti gli obiettivi economici.
Articolo tratto dall’intervista di Romina Iannuzzi pubblicata su L'ARCO – Magazine di Costantino&partners.