Dove nasce il conflitto tra OSS e Infermieri?
Premessa
Con sorpresa abbiamo constatato che l’articolo apparso qui, su Infermieristicamente, (leggi tutti i commenti QUI, in fondo all'articolo) sull’iniziativa intrapresa dal NURSIND di sollecitare misure più adeguate alla corretta identificazione del personale sanitario operante nelle strutture del SSN; ha suscitato molto interesse. Assodato, il consenso degli infermieri, nel contempo, alcuni commenti in calce degli OSS, qui di seguito riportati, fanno intravedere, problemi d’integrazione e comprensione tra le professioni. Una possibile soluzione, è suggerita dalla collega infermiera Elsa Frogioni, che nel suo post di risposta, suggerisce di analizzare, le nostre scelte professionali, come base imprescindibile di un’evoluzione e integrazione tra ruoli inter-dipendenti come quello dell’Infermiere e dell’OSS. Al suggerimento di Elsa Frogioni risponde prontamente il collega Luca Sinibaldi…
I commenti hanno altresì stimolato una riflessione pubblicata anche su Quotidiano Sanità (Clicca).
Giusy P. (Oss)
Salve Angelo Amato salve a tutti ..con tutto il rispetto per gli infermieri ma anche chi studia per diventare Oss si fa il mazzo....adesso la qualifica di Oss non la regalano a nessuno sono 23 esami e tutti da dare col massimo dei voti visto che i docenti sono tutti laureati e dipendenti ASL ........visto che lei vorrebbe distinzione di titolo sulle divise allora iniziamo a dire che gli infermieri devono anche imboccare e cambiare pannoloni .....mettere a letto e servire a tavola a pranzo cena e colazione.......parlo solo in generale perche' non sono tutti uguali alcuni danno solo terapie e girano le spalle se un paziente ha la dissenteria e naviga nella cacca......noi oss facciamo il lavoro piu' pesante...e' una scelta io amo il mio lavoro non lo cambierei cn nessun altro ma la distinzione sulle divise nn deve servire a scappare davanti a un paziente da cambiare ......mi chiedo se al tirocinio vi fanno cambiare i pannoloni.......perche' mi sn sentita dire da un infermiera ." io non lo so fare"
Rossella L. (Oss)
Hai perfettamente ragione io oltre al corso oss ho fatto anche quello di oss fc a parte questo non sono tutti uguali x carità però i cari infermieri si sentono in diritto di non fare assistenza si limitano a somministrare terapie ma, io vi chiedo ma quanto cavolo di pastucche prende sta gente e se urina o defeca gli date una pasticca .Signori l'assistenza è basilare non c'è terapia che tenga se non c'è relazione amore x chi ha bisgno non dimentichiamolo mai perché se un giorno toccasse a noi ci girerebbero parecchio le balle
Elsa Frogioni (Infermiera)
Perché gli OSS ci vedono come "tuttofare" dell'assistenza? Come mai asseriscono che siamo dei "dispensatori" di terapie, pasticcari, siringari e cos'altro? Ci occupiamo solo di questo? Non ci interessa assicurare l'igiene dei pazienti? Quali sono le priorità?
Quando ascolto qualcuno, che mostra il suo pensiero su di un qualsiasi contenuto difforme totalmente dal mio, provo, prima di rispondere, a calarmi nel suo punto d'osservazione, per avere maggiori elementi d’analisi e conoscenza. In ogni "presa di posizione", anche se palesemente, non conforme a logiche razionali, ci sono delle verità.
L'OSS, non riesce a vedere il nostro ruolo e funzioni di "RESPONSABILI DEL PIANO ASSISTENZIALE", PERSONALE DI CIASCUN MALATO/PERSONA ASSISTITA, semplicemente perché, anche noi, quotidianamente eludiamo, questo modello gestionale, che ci compete.
Gli OSS come gli infermieri, lavorano, senza precisi obiettivi di risultato, e dovremmo essere noi a monitorizzarli e gestirli con la loro collaborazione. C'è mai un momento di riunione di turno, dove gli infermieri, chiedendo la collaborazione degli OSS, fanno il punto della situazione in base all'andamento del piano assistenziale, avvalendosi anche e soprattutto delle informazioni e valutazioni degli interventi assistenziali effettuati da tutta l'equipe?
L'OSS riesce a riconoscere questa nostra assunzione di responsabilità? Sembra proprio di no! Perché, di fatto, non lo facciamo, lavoriamo come qualsiasi operaio in catena di montaggio, c'è chi si occupa della somministrazione delle terapie prescritte, chi dell'assistenza di base, all'inizio del ricovero si scrive (perché si deve, ma se non ci fosse sarebbe meglio, perdita di tempo...), la cartella infermieristica, in modo molto superficiale, magari qualche scheda di vari rischi, poi aggiorniamo con i diversi interventi/problemi riscontrati, non rientranti nella routine... (le vecchie consegne in pratica...). Che cosa è cambiato con questo infermiere laureato? Certo studia di più di un OSS, per accedere al corso "regionale", gli basta aver compiuto il 18° anno d'età, (la scolarità di base non è esclusiva, perché si può essere anche in possesso della qualifica di ASA, Ausiliario...). Il Corso OSS è di un 1 anno con 1000 ore complessive, ripartite 450 ore teoria, 450 tirocinio pratico, 100 ore di esercitazione. Tra un corso e l'altro (le regioni e le cooperative autorizzate alla formazione), possono variare di circa 50 ore tra le differenti aree, programmare il corso con sessioni di esami per ogni materia... oppure no. Basta quello finale.
Gli infermieri invece, per essere abilitati a questa professione (che l'OSS anche e soprattutto per colpa nostra, non riesce a vedere), deve per forza, avere un diploma di maturità, devono per accedere all'università triennale, sostenere un test di selezione preliminare.
Il tirocinio da infermiere consta nel primo anno a un monte ore che va dalle 400 alle 500 ore circa, così nel 2° anno, fino a superare le 600 ore di tirocinio nel 3° anno. Totale 2300 ore di tirocinio e 2300 ore di teoria. Esami/tirocinio andati a buon fine devono portare al conseguimento di totali 180 Crediti Formati Universitari (i famigerati CFU!). Il tirocinio se non ha un giudizio positivo e qualche volta capita, si è debitori delle ore previste, altrettanto per gli esami non superati, Quindi una parte non esigua di discenti universitari in infermieristica, non riescono a conseguire la laurea in 3 anni, forse è più vicina al quadriennio questa laurea che non al triennio!
Il problema è che nella sintesi, quando siamo catapultati nel mondo del lavoro, troviamo la nostra professione schiacciata, dal demansionamento, per un’obsoleta organizzazione del lavoro in sanità. Un lavoro dove è centrale la malattia, il medico con le sue diagnosi e terapie, mentre l'assistenza rimane come corollario, finalizzato prioritariamente all'esecuzione delle "direttive" mediche. La nostra funzione scompare (non appare), la linea di lavoro dell'infermiere è di eseguire gli ordini medici. La linea di lavoro degli OSS, adempiere l’assistenza di base, seguendo i dettami precostituiti, da varie procedure e coordinatori... Sì perché nella mia personale esperienza, non poche volte, mi sono sentita rispondere, dall'OSS, questo non mi compete, non lo faccio perché la caposala non l'ha scritto nel mio piano di lavoro... Loro, li hanno dei piani di lavoro e noi cosa abbiamo e facciamo in questo bailamme? Se c'è una colpa, in questa confusione e più meno latente conflitto con le funzioni e ruolo degli OSS, è in primis la nostra.
Vedo una stragrande maggioranza di professionisti infermieri, che rinunciano di mettersi in gioco, combattere per un cambiamento dell'organizzazione del lavoro, sviluppare modelli assistenziali, che possano realmente giustificare, far emergere tutte le potenzialità del nostro ruolo professionale.
Siamo adagiati, comodi, anche se ce ne lamentiamo molto, in questa condizione di ausiliarietà, perché l'auto-nomia professionale, è una scelta impegnativa, consiste nel riprogettare, creare, individualmente, ogni giorno, nel proprio lavoro, le condizioni, regole e presupposti tecnico/scientifici/relazionali, che siano utili e indispensabili agli obiettivi di salute delle persone assistite.
Molti rinunciano, fanno i loro compiti con il rischio però, di essere misurato, rispetto ai compiti dell'altro, così il lavoro in sanità viene a essere sminuito in prestazioni, interventi... io devo fare tanti bidè e tu invece passi "2-4 pasticche"... e poi... cosa fai?
In realtà la professione si definisce proprio da quello che fa un professionista, quindi noi, io, cosa stiamo facendo?
Luca Sinibaldi (infermiere)
Il confronto con gli Oss non ha lo stesso valore del confronto con i medici. Un Oss non si azzarderebbe mai ad andare a dire a un medico: "perchè non va lei a dare le pasticche a quell'uomo visto che l'infermiere è qui occupato con me a cambiare il pannolone a questa donna?" Ma...come dice Elsa Frogioni, dobbiamo calarci nel punto di vista anche di chi ha opinioni diverse dalle nostre. Il problema è che qui non sarebbe un caso di opinioni ma di leggi! Leggi da far rispettare...e basta! Ma non ci si riesce. E allora, cara Elsa, non sono molto d'accordo sul fatto che la responsabilità è degli infermieri, se la loro immagine provoca certe distorsioni. Se arriva un cretino e parcheggia sul marciapiede impedendo il passaggio ai pedoni, un altro parcheggia in doppia fila imbottigliando chi ha parcheggiato regolarmente e nessuno prende provvedimenti, i cretini si moltiplicano! Tutti i cretini del mondo si sentono autorizzati a farlo! E siccome il mondo è fatto di onesti e disonesti...quando la federazione e i collegi provinciali non solo non alzano un dito per richiamare al rispetto della legge che ha istituito il profilo dell'infermiere e quello dell'OSS (a supporto del lavoro delle professioni sanitarie!)quando i dirigenti cosiddetti "infermieristici" sono i primi ad imporre organici per cui i coordinatori infermieristici permettono una pianificazione del lavoro che vede l'Infermiere demansionato...beh...escono fuori i cretini! Gli infermieri disposti e gli Oss prepotenti...oltre che ignoranti! Qualcuno sopra ha detto, a proposito di un cartellino di riconoscimento sulla divisa: "a ciascuno il suo"! Già...a ciascuno il suo. Ai nostri dirigenti della federazione, ai nostri dirigenti infermieristici e anche a molti coordinatori, tutta la responsabilità di questo sfacelo e della creazione dei "nuovi mostri" io non ne voglio nemmeno un pelo di quella responsabilità, nemmeno un pelo, capito????