Iscriviti alla newsletter

Nuoro: infermiera rinviata giudizio per omicidio colposo

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 13/09/2016 vai ai commenti

Leggi e sentenzeNursingSardegna

Il confine della responsabilità, quella linea sottile tra un turno sereno e un incubo

 

Il Codice deontologico dell'Infermiere Approvato dal Comitato centrale della Federazione con deliberazione n.1/09 del 10 gennaio 2009 e dal Consiglio nazionale dei Collegi Ipasvi riunito a Roma nella seduta del 17 gennaio 2009, così recita al CAPO I Articolo 1: l'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica.

La genericità di questo articolo ha messo molte volte in crisi qualsiasi convincimento professionale sul confine d'azione e compromesso il finale di tutte le discussioni tra infermieri che avvengono quotidianamente in ogni reparto, forum e convegno.

Nessuno è stato in grado di individuarlo con esattezza ed è da questa ampiezza di spettro di azione che nel tempo, ha circolato con insistenza la battuta (mi auguro che di questo si tratti): “gli infermieri sono rimasti orfani del mansionario”.

Mentre noi ancora oggi vaghiamo aggirandoci tra competenze di ogni genere e responsabilità di ogni tipo cercando un orizzonte che in quanto tale, non raggiungiamo mai, c'è qualcuno che non perde tempo in troppi giri di parole e piano piano, colpo su colpo, sta piano piano indicando il confine di questa responsabilità o quantomeno si sta avvicinando. Giudici, sentenze, processi e dibattimenti giudiziari stanno di fatto ponendo alcuni paletti che se non definiranno comunque un confine preciso, stanno però facendo capire molto chiaramente quanto possa essere complesso il lavoro che siamo chiamati a svolgere e quanto le aule di tribunale si stiano affollando di infermieri, protagonisti di accuse come prima accadeva solo al personale medico. Gli atti giudiziari stanno anche dimostrando quanta necessità ci sia di creare una cultura del diritto infermieristico; dovrebbe essere banale riferire che nel nostro campo non è ammessa ignoranza e credo di poter dire senza tema di smentita che sulla materia ce ne sa parecchia. Chiunque abbia assistito ad un convegno sul tema, si è certamente reso conto di questo.

La competenza e responsabilità infermieristica è genericamente riferita all'infermiere tanto più se questi è coordinatore e si amplia ovviamente a tutto il personale di supporto che da questi dipende per ogni azione che è sempre frutto di decisioni prese dagli infermieri appunto.

Un paziente fa una radiografia, cade, muore e a processo per omicidio colposo chi ci va?

Tagliamo subito la testa al toro e riportiamo allora la notizia che per il caso appena descritto, a processo ci andrà la caposala del reparto di Medicina dell'ospedale di Nuoro. Avete capito bene. Il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli, nell’avviso di chiusura dell’indagine, sostiene che a causa di alcune omissioni da parte di una infermiera, il 22 maggio del 2014, “il tecnico di radiologia faceva eseguire a Giuliano Paolo in posizione eretta l’esame radiografico nel corso del quale il paziente cadeva a terra sbattendo la testa su di un tavolo e riportando lesioni che determinavano il decesso (o comunque lo acceleravano aggravandone le condizioni) in data 22 maggio 2014, ovvero a distanza di soli tre giorni dall’ingresso in ospedale. In qualità di caposala in servizio presso il reparto di Medicina dell’ospedale San Francesco di Nuoro, e come tale titolare di specifica posizione di garanzia nei confronti dei pazienti, per imperizia nell’esercizio della professione infermieristica, cagionava o comunque accelerava, aggravandone le condizioni, la morte di Giuliano Paolo, paziente per il quale risultava, nella scheda valutazione rischi cadute redatta dallo stesso ospedale, un valore pari a 5, classificato nella scala di Conley come rischio caduta medio. Non tenendo conto del valore pari a 5 riportato nella scheda rischi cadute del paziente, ometteva di dare specifiche disposizioni per l’accompagno del paziente presso i laboratori di radiologia ” così che l'esame veniva eseguito in posizione eretta.

Questi i fatti alla conclusione delle indagini che vedranno la collega, imputata di omicidio colposo, difendersi dalla terribile accusa in un processo nel quale ci auguriamo che la sua posizione possa in qualche modo essere ridimensionata, non già per spirito corporativo, quanto perché da infermieri, conosciamo bene la situazione dei reparti e quali problemi esistano nella gestione delle cose apparentemente più semplici, come l'invio di un paziente alla diagnostica in condizioni di sicurezza e protezione.

Quello che deve far riflettere è come l'analisi delle carte abbia determinato tale conclusione, a dimostrazione di quale importanza rivesta la compilazione della documentazione e quanto poi questa debba sempre essere considerata come uno strumento guida nell'agire quotidiano. Compilare una scala di valutazione e rischiare di perdere contezza del suo valore, diventa un esercizio inutile ove non si interiorizzi l'importanza della cultura del diritto (Leggi qui).

In questo caso, il lavoro del sostituto procuratore ci dimostra come tutto l'agire professionale sia valutabile e misurabile esclusivamente dalla documentazione compilata così come sentenziato dalla Corte di Cassazione: “se non hai scritto, non hai fatto” (Leggi qui).

Il rischio cadute è un tema che a Nuoro conoscono bene. Un caso simile conclusosi fortunatamente con l'assoluzione delle colleghe imputate che erano state capaci di dimostrare come il fatto fosse imputabili a contingenze del momento, ambientali e tecnologiche, era già avvenuto nel 2007 (Leggi qui) ed aveva prodotto una reazione molto decisa con l'elaborazione di un progetto specifico (Leggi qui) che ha prodotto formazione e linee guida (Leggi qui).

La stagione contrattuale che va aprendosi non può non tenere conto di quanta responsabilità sia stata acquisita dalla professione nei fatti. Notizia che sembra essere nota alle procure ma meno alla parte pubblica che sul rinnovo contrattuale degli infermieri ragiona come fossimo ancora professione ausiliaria proponendo adeguamenti salariali che fanno rimpiangere davvero la stagione del mansionario e della mancanza di autonomia e responsabilità.

 

 Andrea Tirotto