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Infezioni ospedaliere. Il nuovo antidoto è il PCHS: i bacillus che contrastano i patogeni. Ecco come funziona

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/03/2019 vai ai commenti

Studi e analisi

Il contrasto alla proliferazione delle infezioni nosocomiali potrebbe arrivare dall’innovativo sistema di igiene stabile PCHS® .

L'obiettivo di PCHS® è duplice: produrre igiene e ridurre le infezioni, per rendere gli ospedali un luogo dove guarire e non più ammalarsi, e migliorare la qualità di vita delle persone.

Le infezioni nosocomiali in Italia ed in Europa

Le infezioni nosocomiali (ICA) sono una delle complicanze più frequenti che possono verificarsi in strutture sanitarie. Il 5% -15% di tutti i pazienti ricoverati in ospedale.

possono sviluppare almeno una ICA durante il ricovero. Tre studi condotti in Italia hanno mostrato una frequenza del 6,7% delle ICA, con prevalenza delle infezioni del tratto respiratorio inferiore, seguite da infezioni del tratto urinario.

In Italia “ogni anno le infezioni ospedaliere causano più vittime di quanto ne procurino gli incidenti stradali, 7000 morti per infezione contro le 3.400 vittime della strada.

Un fenomeno in crescendo e che non si riesce ad arrestare, che non conosce confini geografici; se si analizza l’indicatore delle incidenze delle infezioni, su 100.000 ricoveri, si rileva che la media nazionale per infezioni dovute a cure mediche è aumentata di 5,46 casi per 100mila dimessi, passando da un indice di 6,9 casi ogni 100.000 ricoveri a 12,36 mentre, la media nazionale dovuta a cure chirurgiche per 100.000 dimessi è cresciuta di 85,14 casi.

In Europa i dati sono ancora più allarmanti:37 mila decessi attribuibili alle ICA.

 

Sistema PCHS®

La contaminazione microbica delle superfici nosocomiali contribuisce alla trasmissione delle ICA.

Uno studio a firma di Abhishek Deshpande e colleghi e pubblicato su American Journal of infection Control, ha inserito tra le cause di infezioni ospedaliere, i pavimenti, e nello specifico, gli oggetti della stanza di degenza che cadendo a terra, vengono contaminati dal pavimento, e diventano a loro volta fonte di contaminazione.

Lo studio ha preso in esame, in 5 ospedali di Cleveland, 318 campioni prelevati dai pavimenti di 159 stanze di degenza, occupate dai pazienti, di cui alcune in isolamento per CI difficile.

Su 100 stanze esaminate, il 41 % ha rivelato la presenza di uno o più oggetti frequentemente toccati e manipolati con le mani, contaminati dataphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), Enterococco vancomicina-resistente (VRE) e Cl. difficile., rispettivamente nelle percentuali del 18, 6e 3%, agenti patogeni riscontrati a loro volta, nei pavimenti delle stanze esaminate.

 

Finora, il controllo della contaminazione superficiale è stato effettuato mediante sanificazione convenzionale, che non previene la ricontaminazione, può favorire la selezione di specie resistenti (i.e. clorexidina induce ColR in KPC) ed ha un forte impatto ambientale.

PCHS® (Probiotic Cleaning Hygiene System) è un sistema di igiene stabile che supera il tradizionale concetto di igiene temporanea a base disinfettanti ed agisce negli ambienti ospedalieri in modo inedito, attraverso una tecnica di biostabilizzazione, garantendo un’igiene stabile nel tempo.

Il sistema di sanificazione è basato sull’uso di detergenti ecosostenibili contenenti spore di batteri probiotici del genere Bacillus, sfruttando il principio di naturale competizione biologica:

piuttosto della rimozione di tutti i patogeni, appare più efficace sostituire i patogeni con microrganismi benefici che ne ostacolano la colonizzazione (replacement).

Il sistema attiva una sorte di ANTAGONISMO COMPETITIVO: i batteri «buoni» spiazzano quelli «cattivi».

Bacillus: batteri ubiquitari, presenti in suolo, acqua, intestino umano e animale. Tranne 2 specie (B. anthracis e B. cereus) tutte le specie del genere sono apatogene.

 

I vantaggi del PCHS®

 

  • A livello igienico-sanitario:

meno il 52% delle infezioni correlate all’assistenza

meno il 70-96% di patogeni rispetto ai metodi tradizionali

meno il 70-99.9% dei principali geni di resistenza agli antibiotici

 

  • A livello economico

Meno il 76% del costo complessivo della terapia antimicrobica

Meno il 61% del consumo dei farmaci antimicrobici

Meno il 46% del costo della terapia antimicrobica per paziente con ICA

 

  • A livello di impatto ambientale

Meno il 35% di impronta di carbonio

Meno il 45% di consumo di sostanze chimiche

Meno il 29-33% di consumo elettrico ed idrico.

 

da Ploseone