Iscriviti alla newsletter

Infermieri. Si può uscire dal Comparto? NurSind spiega come fare e cosa comporterebbe. Il Video

 

Nella Conferenza NurSind che il 5 giugno si è tenuta a Roma presso Palazzo Faletti, Andrea Bottega, Segretario Nazionale, ha avuto modo di illustrare alla platea presente, la proposta per una “Nuova Classificazione contrattuale”.

In questo articolo ci soffermeremo sull’impianto di tutta la proposta, ovvero sulla creazione di un’area contrattuale separata per le professioni sanitarie”.

Da anni è furente il dibattito sull’uscita dal comparto degli infermieri; in maniera ciclica viene ripresa, sbandierata e venduta da movimenti e diverse sigle sindacali come fattibile nell’immediatezza.

Ma è davvero così semplice uscire dal Comparto

Affinché si possa uscire dal comparto serve un passaggio politico e l’intervento del legislatore, così come è avvenuto per la professione medica, dove dal “contratto unico” del 1983 si arrivò al contratto sempre unico del 1987 ma in cui era prevista un’area “separata” di contrattazione, confermata nel 1990 per arrivare, nel 1995 a un contratto separato.

Il NurSind quindi suggerisce, così come è avvenuto per la professione medica, la creazione di un’AREA SEPARATA di contrattazione, una nuova sezione contrattuale: Area delle professioni sanitarie.

 

Definizione: “appartengono a questa area tutti i profili professionali iscritti agli Albi tenuti dagli Ordini professionali di cui alla legge 3/2018. Le competenze sono stabilite dai profili professionali e dalle altre norme di abilitazione all’esercizio professionale”. All’interno dell’Area delle professioni sanitarie si può operare una ulteriore suddivisione secondo la classificazione ordinistica di classi di laurea, accorpando però infermieri e ostetriche e separando tutti gli altri profili: area della professione infermieristica e ostetrica e area delle professioni tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Sub area della professione infermieristica e ostetriche:

Appartengono a questa area le figure dell’infermiere, dell’infermiere pediatrico e dell’ostetrica iscritti ai rispettivi albi, con le competenze e le responsabilità previste dai rispettivi profili e caratterizzati da un esercizio professionale basato sulla presa in carico e della continuità assistenziale della persona assistita nella sua globali. I criteri per la presa in carico sono determinati dall’allegato sub A dell’atto normativo della Conferenza Stato Regioni del 19 febbraio 2015 relativo agli adempimenti relativi all’accreditamento delle professioni sanitarie1.

 

Perché accorpare gli infermieri con le ostetriche?

Mentre gli altri professionisti come fisioterapisti, tecnici di radiologia etc, lavorano su prestazione, la professione infermieristica e ostetrica è caratterizzata dalla presa in carico e dalla continuità assistenziale.

Si intende per presa in carico l’attività caratterizzata dalla gestione complessiva dei pazienti nei diversi setting assistenziali.

Per continuità assistenziale si intendono quei processi organizzativo/professionali caratterizzati dalla adozione delle misure atte a consentire il passaggio delle informazioni, delle consegne e dei trasferimenti necessari per la trasmissione della presa in carico.

 

Perché creare di un’AREA SEPARATA di contrattazione

La proposta di un’area separata permette di agire a trecentosessanta gradi su tutti gli aspetti che possono interessare e che riguardano la stragrande maggioranza degli infermieri e non solo una minoranza, valorizzando proprio i criteri della presa in carico e della continuità assistenziale declinandoli in senso meno “prestazionale”