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PA. Lo scorrimento delle graduatorie verrà ripristinato? Ecco le ultime novità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 07/10/2019 vai ai commenti

Attualità

L’art 1 comma 362 dell’ultima Legge di Bilancio ha bloccato la possibilità di utilizzare le graduatorie oltre i posti messi a bando e quindi l’impossibilità dello scorrimento delle stesse.

È di questi giorni la dichiarazione del nuovo Ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone (M5S), dalla quale si evince la volontà della stessa di prorogare le graduatorie nella massima coerenza normativa ed organizzativa.

“Abbiamo ereditato una scadenza, il 30 settembre 2019, senza poter intervenire con la dovuta tempestività, anche a causa della delicata fase di definizione del disegno di legge di Bilancio -continua il Ministro -Puntiamo ad un decreto di conversione in modo che sia legge in pochissime settimane e permetta di offrire anche una prima e concreta risposta allo svuotamento della pubblica amministrazione legato a Quota 100”.

La Proroga delle graduatorie potrebbe essere il paracadute per 86 mila idonei, che verrà inserita con tutta probabilità nel “salva imprese” all’esame del Senato.

Tramonta definitivamente inoltre il progetto di sostituire il badge con il rilevamento delle impronte digitali, provvedimento contenuto nella Legge 56/2019 – Interventi per la Concretezza delle azioni della pubblica amministrazione e la prevenzione dell’assenteismo”, dove all’articolo 2 veniva introdotto il controllo biometrico degli Statali attraverso la rilevazione delle impronte digitali escluso il personale docente ed educativo della scuola.

All’uso del controllo biometrico è arrivato anche lo stop del Garante della Privacy che, nel parere del 19 settembre non si è limitato a bocciare l’impego delle impronte digitali perché incompatibili con la normativa europea e nazionale in tema di trattamento dei dati personali, ma ha espresso più di qualche perplessità sull’uso delle telecamere come metodo per contrastare l’assenteismo, prospettato dal Ministro come alternativa ai controlli biometrici.

Il Garante li ha definiti “Mezzi non idonei alla finalità di rilevazione dell’orario di lavoro”, chiedendo inoltre che le stesse non siano orientate verso i visitatori ed il personale delle ditte esterne, rimarcando inoltre l’esigenza di individuare i tempi di conservazione delle immagini.

 

Da : AdnKronos e Italia Oggi