12 Maggio. Ecco 21 problemi irrisolti che affliggono gli infermieri. Tu sapresti indicarne un altro?
Il 12 maggio 1820 nasceva Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. L’International Council of Nurses ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere, occasione questa, per parlare della professione, per riflettere ed essere propositivi.
I due anni di Covid che gli infermieri non si sono ancora lasciati alle spalle, hanno trasformato profondamente la professione ed hanno segnato in maniera indelebile gli infermieri, osannati prima e nuovamente bistrattati qualche secondo dopo.
Questi 24 mesi di pandemia hanno talmente inciso sulle vite degli infermieri, tanto da condurli a lasciare la professione; da un recente sondaggio emerge che il 34,4% degli infermieri prevede di lasciare l’ospedale ad un anno dell’assunzione ed il 43,8% aveva inviato richiesta di trasferimento.
Se il Covid, ha permesso agli infermieri di tornare visibili per la politica e l’opinione pubblica, al valore dimostrato non c’è stato un riscontro né in termini economici né in termini di riconquista dei diritti. Ecco perché oggi in molti decidono di appendere la divisa al chiodo ed i giovani decidono di non iscriversi ad Infermieristica.
Gli annosi problemi che affliggono la professione, sono stati amplificati dalla pandemia e si sono resi insormontabili ed insopportabili, tanto da condurre gli infermieri a lasciare il lavoro.
Abbiamo individuato 21 problemi mai risolti che affliggono gli infermieri ed hanno ricadute sulla salute dei cittadini. Riteniamo di averne sicuramente dimenticato qualcuno.
Per te cosa urge risolvere in seno alla professione infermieristica?
- Dal contratto alle assunzioni, le scelte politiche guidate dalle scadenze elettorali, non guardano mai a risolvere i problemi in seno alla professione. Le soluzioni sono quelle spot, che usano gli infermieri come bacino di voto.
- Tagli al finanziamento programmato del SSN. Abbiamo visto cosa hanno prodotto durante la pandemia, anni di definanziamento
- La Salute non è percepita come un investimento, ma piuttosto come un costo. La politica subordina la salute all’Economia, sacrificando l’erogazione dei Lea ai piani di rientro, con ricaduta diretta sul personale infermieristico e sulle assunzioni
- Mancate assunzioni, stipula frequente di contratti a tempo determinato
- Mancata attivazione delle mobilità, dalle interaziendali alle extraregionali
- Ricorso delle aziende sanitarie alle cooperative per appaltare infermieri
- Stipendi più bassi d’Europa
- Organici ridotti, standard assistenziali non rispettati, oggi in Italia un infermiere assiste dai 9 ai 22 pazienti, mentre è ormai acclarato che un’assistenza efficace, efficiente e sicura può essere garantita solo da un rapporto che prevede 1infermiere per 6 pazienti.
- Difficoltà ad accedere al part-time
- Mancata attenzione all’infermiere anziano, a cui non è data la possibilità di essere esonerato dalle notti e da compiti gravosi
- Mancata erogazione dell’indennità di esclusività o in luogo la possibilità di svolgere un secondo lavoro, così come la classe medica
- Mancato riconoscimento del lavoro usurante
- Mancata possibilità di carriera, assenza di meritocrazia
- Mancata valorizzazione della professione infermieristica riconoscendo le competenze professionali all’interno dell’organizzazione dei servizi sanitari
- Mancato riconoscimento e valorizzazione del ruolo dell’infermiere nell’ambito dell’uso delle tecnologie sanitarie
- Mancato ampliamento delle competenze come la possibilità di prescrivere alcune classi di farmaci e presidi
- Mancata riforma del percorso di formazione
- Difficile accesso alla docenza universitaria
- Percorsi di specializzazione assenti
- Mancano pianificazione; reclutamento e selezione; percorsi di carriera e ricompensa
- Scarso riconoscimento della professione da parte della classe medica e da parte dei cittadini. Gli infermieri patiscono ancora per un’immagine sociale costellata di vecchi retaggi culturali.