Iscriviti alla newsletter

L' importanza dei protocolli nel sistema 118

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 29/01/2018

Nursing

di Michela Cavallin

 

L’infermiere giudica il corretto grado di criticità sulla base di protocolli in uso in centrale operativa 118 fondati sull’evidenza scientifica.

La responsabilità e le competenze dell’infermiere in questo contesto lavorativo sono molteplici tra queste: Rilevare un bisogno (atto infermieristico), Fornire all’utente consigli e precise istruzioni su come comportarsi fino all’arrivo dei soccorsi in un emergenza e  prestare assistenza avanzata sul territorio.

La risposta extra-ospedaliera è riassunta nel concetto di “catena dei soccorsi”: 

                                1)  Allarme precoce 

                                2)  Rianimazione cardio-polmonare precoce (RCP) 

                                3)  Defibrillazione precoce 

                                4)  Soccorso avanzato (Advanced Life Support) precoce 

  • Il  DPR del 27/03/1992 e i protocolli operativi conferiscono all’infermiere del 118 una specifica competenza che, in particolari momenti può andare ad impattare sulla definizione oggi molto dibattuta  di atto medico delegato o atto infermieristico. Manovre salvavita che se non effettuate potrebbero portare a morte il paziente. Questo è possibile grazie ad una specifica e attenta formazione riservata a questi colleghi e ad un esercizio delle proprie competenze. Come in tutte le professione che svolgono “Helping Professions”, anche gli infermieri sono investiti da pressioni emotive continue, che sommandosi a carichi di lavoro eccessivi, si traducono in fattori di stress continuo.

Nonostante l’alto livello di preparazione degli operatori, i risultati nel settore dell’emergenza non sono sempre quelli sperati, basti pensare che nelle Rianimazioni Cardio Polmonare la sopravvivenza è tra il 3% ed il 20%, ciò significa che, anche nella migliore realtà e condizione, quattro volte su cinque falliscono nel loro intento.

Un tentativo di RCP è una manovra molto faticosa, che lascia all’infermiere un profondo senso di stanchezza e a maggior ragione, se questa non riesce, può dare origine a disturbi  psicologici.

Da ciò si può evincere che per gli infermieri del 118 lo stress è correlato anche allo sforzo fisico. Devono essere fatte tuttavia scelte rapide e decise dalle  quali può dipendere la sopravvivenza del paziente; le responsabilità ed i rischi sono elevati, e data la difficoltà di intervento, spesso gli insuccessi sono proporzionali alle frustrazioni, mentre le gratificazioni sono di gran lunga inferiori rispetto all’impegno richiesto.

Come in tutte le professione che svolgono “Helping Professions”, anche gli infermieri sono investiti da pressione emotiva continua, che sommandosi a carichi di lavoro eccessivi, si traducono in fattori di stress continuo.