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Ospedali di Comunità. Ecco il testo definitivo trasmesso alle Regioni. Agli infermieri la gestione e l'assistenza

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 06/07/2018 vai ai commenti

AttualitàNursing

E’ approdato in Conferenza Stato- Regioni il Documento definitivo che istituisce l’Ospedale di Comunità, previsto dal DM 70/2015 , dal Patto per la Salute 2014-2016 e dal Piano nazionale della cronicità.

 

Sintesi del documento

 

Cos’è l’ospedale di Comunità

E’ una struttura di ricovero breve e fa parte dell’assistenza territoriale, ma non è una duplicazione o una alternativa a forme di residenzialità già esistenti, può essere pubblico o privato accreditato e deve possedere i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi che garantiscono la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti e la misurazione dei processi e degli esiti.

Può avere una sede propria, essere collocato in strutture sanitarie polifunzionali (ad esempio Case della Salute) o presso presidi ospedalieri riconvertiti e/o presso strutture residenziali oppure essere situato in una struttura ospedaliera, ma è sempre riconducibile all'assistenza territoriale.

 

Posti letto

Ha al massimo 15-20 posti letto e non più di due moduli e può prevedere ambienti protetti, con posti dedicati a pazienti con demenza o con disturbi comportamentali con l’obiettivo di ridurre l'istituzionalizzazione e l'ospedalizzazione in ambienti ospedalieri non idonei.

 

Target di utenza

Pazienti che, per un episodio acuto o per la riacutizzazione di patologie croniche, hanno bisogno di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che vengono ricoverati in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale e/o familiare) e hanno bisogno di assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio.

 

Responsabilità

La gestione e l'attività sono basate su un approccio multidisciplinare, multi professionale ed interprofessionale, in cui sono assicurate collaborazione ed integrazione delle diverse competenze.

 

  • La responsabilità igienico-organizzativa e gestionale è di un medico designato dalla direzione sanitaria aziendale, che svolge anche una funzione di collegamento con i responsabili sanitari, clinici e assistenziali, e la direzione aziendale.

     

  • La responsabilità organizzativa dell'assistenza in ogni modulo tocca invece al coordinatore infermieristico.

 

  • La responsabilità clinica di ciascun paziente è del medico di medicina generale (o pediatra di libera scelta) di fiducia, anche all' interno di una forma organizzativa della medicina generale, oppure a un medico che opera nella struttura.

 

  • La responsabilità assistenziale è dell'infermiere secondo le proprie competenze.

     

  • L'assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica è garantita 24 ore su 24.

 

  • I responsabili delle attività cliniche e infermieristiche raccolgono le informazioni sanitarie per i rispettivi ambiti di competenza, utilizzando una cartel1a clinico-assistenziale integrata, inserita in un processo di informatizzazione.

  • In caso di necessità, l'infermiere attiva, durante i giorno, il responsabile clinico della struttura e nelle ore notturne, nei giorni festivi e nelle ore prefestive non coperte dal responsabile clinico, del Servizio di continuità assistenziale. In presenza di accordi specifici regionali, può essere attivato il responsabile clinico della struttura in turno nelle ore notturne, festive o prefestive.

 

  • In caso di emergenza, viene attivato il Sistema di Emergenza Urgenza territoriale. Nel caso in cui la sede all'interno di un presidio ospedaliero viene attivato direttamente il servizio anestesia e rianimazione secondo le procedure di gestione delle emergenze del presidio ospedaliero.

 

Modalità di accesso

L’accesso avviene su prescrizione del medico di medicina generale, del medico di continuità assistenziale, dello specialista ambulatoriale o del medico ospedaliero.

L’accesso è per chi ha:

  • diagnosi e prognosi già definita

  • valutazione del carico assistenziale e della stabilità clinica

  • programma di trattamento già stilato e programmato con il paziente.

 

Devono essere definiti anche collegamenti funzionali con il laboratorio analisi anche relativamente alla gestione del POCT - Point of Care , radiologia , medicina fisica e riabilitativa, servizio dietetico e nutrizione clinica, servizio sociale.

 

E oltre al medico (o al pediatra) di medicina generale e all’assistenza medica in raccordo con la Continuità assistenziale, dovrà esserci un infermiere case manager, il professionista cioè che provvede all'assegnazione e al coordinamento dei servizi socio-sanitari destinati alla gestione clinica di un determinato target di utenti.

 

All’interno dell’ospedale di continuità che abbia ad esempio un modulo di 20 posti letto dovranno essere presenti:

- un coordinatore infermieristico, condivisibile su due moduli se presenti nell'ospedlae

- un infermiere

- due operatori sociosanitari (Oss) per ciascun turno diurno e un infermiere e un Oss per il turno di notte.

Da QuotidianoSanità