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Assegno unico 2023. Ecco come cambia: arriva il quoziente familiare

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 16/11/2022

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L’assegno unico universale, potrebbe, nel 2023, subire dei cambiamenti, con la prossima legge di Bilancio. Lo ha spiegato il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, dichiarando che vi è un progetto di revisione dell’assegno unico 2023, con nuovi aumenti all’orizzonte e altre novità circa la domanda e il quoziente familiare.

L’esigenza delle modifiche all’assegno unico universale, nasce dal fatto che la misura starebbe penalizzando le famiglie con più figli, le quali già debbono sopportare un carico fiscale nient’affatto irrilevante, oltre che le spese collegate alla prole nel nucleo familiare.

Ecco perché il Ministro Roccella ha affermato che lavorerà:

  • per rendere il sostegno effettivamente proporzionale e calibrato rispetto al numero dei figli;
  • per rivedere le regole in tema di Isee, le quali avrebbero infatti contribuito a spingere alla rinuncia all’assegno unico da parte di circa un milione di potenziali famiglie beneficiarie.

Nel Governo, si sta facendo sempre più largo il concetto di quoziente familiare (come per il superbonus villette con quoziente familiare), il quale ha già avuto un grande successo in Francia e ha favorito di fatto la natalità in territorio transalpino. In pratica il quoziente in oggetto darebbe rilievo alla valutazione del reddito complessivo, parametrato al numero dei membri del nucleo. Sinteticamente, significherebbe che all’aumento del numero dei figli, la famiglia pagherebbe meno tasse.

La novità invece già nota da tempo è che dal 2023 non sarà più necessario fare nuova domanda per l’assegno unico – a patto che non ci siano variazioni dei requisiti della famiglia, vale a dire:

  • un aumento del numero dei figli;
  • una variazione dell’Isee, ovvero modifiche al reddito o al patrimonio del nucleo familiare;
  • il raggiungimento dell’età che esclude un figlio o più figli dall’accesso al beneficio (22 anni).